Léonor Serraille

Montparnasse - Femminile singolare

film review top image

Una ragazza dai capelli rossi, con un occhio castano e uno azzurro, in piena crisi di nervi. Sputa rancori e ricordi uno dopo l’altro, guardando dritto in macchina, come se ce l'avesse con noi spettatori. E forse un po', in effetti, è proprio così.

La sequenza d'apertura di Montparnasse - Femminile singolare, il film di Léonor Serraille vincitore della Caméra d'Or allo Festival di Cannes 2017, è decisamente d'impatto. Mette subito in scena una protagonista che difficilmente può passare inosservata, con quei suoi "occhi bipolari", specchio di un'anima altrettanto bipolare e inquieta. Eppure di lei, che di nome fa Paula, nessuno sembra ricordarsi. Ma d'altra parte siamo a Parigi, la città in cui puoi essere chiunque e nessuno allo stesso tempo, la metropoli dell'anonimato e della celebrità.

Trovare un posto nel mondo è difficile, ancor di più quando sei sulla soglia dell’età adulta e non sai bene cosa vuoi dalla vita. E Paula sembra non averne proprio idea: dopo aver rotto con il suo fidanzato storico, decide di rimettersi in gioco e di trovare un lavoro, ma vorrebbe anche continuare gli studi. Di cosa, non si sa. Arte forse, oppure letteratura. Lascia curricula pressoché dovunque, si improvvisa babysitter, commessa di boutique e, a un certo punto, persino madre. Vuole essere tutto e niente. Ma non è importate, in fin dei conti, per chi, come lei, "vive alla giornata". Paula è libera, esistenzialmente e concretamente libera. È fatta così, è la sua formae mentis che glielo impone: niente orari, niente legami, niente vestiti. È una jeune femme, riprendendo il titolo originale, una giovane donna, ed è libera. Eppure, quando glielo si fa notare, Paula dà in escandescenze. Perché non può essere qualcun altro a darle una definizione, né il medico che cerca di tranquillizzarla, né l'amica che la scambia per una vecchia conoscenza. Ma solo e soltanto lei.
Paula Simonian, grazie anche alla fisicità fluida di Laetitia Dosch, così azzeccata nei panni della protagonista, è davvero uno dei personaggi femminili più autentici degli ultimi anni. Una donna che finalmente vede e percepisce il mondo con gli occhi e il corpo di una donna, una donna vera, che non ha paura di essere ciò che si sente di essere.

Montparnasse - Femminile singolare è il titolo italiano del film, e questa volta è una traduzione azzeccata. Serraille infatti costruisce una storia che è prima di tutto femminile, perché scritta da una donna, certo, e anche perché ha come protagonista un'altra donna. Ma soprattutto perché quella di Paula è una femminilità intima e vivace, simile e diversa da tutte le altre forme di femminilità possibili. E lei la esprime come sa, nel suo essere un po' seria un po' burlona, un po' bambina un po' responsabile, un po' maschiaccio e un po' semplicemente sé stessa. Ed è proprio così che Paula riesce a sopravvivere al conflitto dei suoi trent'anni, sfoggiando strategie di adattamento che sorgono tra un'indole e l'altra.

Così si rende malleabile anche alla femminilità imposta dalle politiche aziendali di una catena di biancheria intima, trasformandosi in una (quasi) perfetta assistente di negozio in divisa, rigorosamente rosa, pronta a sistemare guêpière e mutandine. Ma resta sempre e comunque lei, con i suoi capelli spettinati e le unghie smangiucchiate, la Paula che intrattiene conversazioni con una pianta rinsecchita e che fa gli scherzi telefonici agli sconosciuti.

In secondo luogo, Jeune femme è un film singolare, perché è raccontato dal punto di vista di una ragazza sola, e che sola vuole rimanere. Paula è ripresa quasi sempre da sola. Sola mentre attraversa i boulevard alle luci dell’alba, con un gatto (anzi, una gatta) non suo infilato in una scatola di cartone. Sola mentre osserva la rive gauche della Senna e ascolta la segreteria telefonica. È sola persino in metro in mezzo alla gente o quando, nel bel mezzo di una festa, balla scatenata guardando bene di non avere intorno nessuno.

Una singolarità che solo in rari momenti può – o potrebbe – aprirsi all’altro, nel momento dell’incontro e del confronto. Poche volte Paula ammette qualcun altro nella stessa inquadratura, ed è allora che da singolare sembra diventa plurale. Un plurale che è sempre in potenza, e che si estrinseca nella scelta cruciale di una giovane donna, il momento in cui il femminile singolare diventa definitivamente plurale, e cioè la maternità. Ma anche questa resta una possibilità, una delle infinite cui ci mette di fronte il destino. E di cui solo e soltanto Paula può essere padrona.

Montparnasse – Femminile singolare
Francia, 2017, 97'
Titolo originale:
Jeune femme
Regia:
Léonor Serraille
Sceneggiatura:
Léonor Serraille
Fotografia:
Émilie Noblet
Montaggio:
Clémence Carré
Musica:
Julie Roué
Cast:
Arnaud de Cazes, Erika Sainte, Grégoire Monsaingeon, Jean Christophe Folly, Léonie Simaga, Lila-Rose Gilberti, Lætitia Dosch, Marie Remond, Nathalie Richard, Souleymane Seye Ndiaye
Produzione:
Blue Monday Productions
Distribuzione:
Parthenos Distribuzione

Un gatto sotto braccio, una serie di porte sbattute in faccia, neanche il becco di un quattrino in tasca: ecco Paula, di ritorno a Parigi dopo una lunga assenza. Incuriosita dalle tante persone che incontra, ha una sola certezza: ricominciare daccapo, con entusiasmo e allegria.

poster