Siamo a Forte dei Marmi, nei primi anni Ottanta. Il muro di Berlino è ancora in piedi, un mese di villeggiatura costa più di un milione di lire e gli Spandau Ballet cantano “True”.
Al Bagno Costanza, nell’arco di alcune estati, si incrociano le storie e i destini di un gruppo assortito di personaggi: ci sono i giovani Luca e Chicco (Eugenio Franceschini e Matteo Leoni), amici d’infanzia che si innamorano della stessa ragazza; c’è la bionda universitaria Anna (Martina Stella), che ai pomeriggi trascorsi a studiare Pirandello preferisce la compagnia del fascinoso antiquario Armando (Giorgio Pasotti); c’è la famiglia Proietti, composta da Alberto (Maurizio Mattioli), tifosissimo della Roma, la moglie Elena (Nancy Brilli) e la figlia diciassettenne (Sabrina Saunders), alla ricerca del primo amore. Completa il quadro l’onorevole socialista De Marco (Vincenzo Salemme) a cui piacciono le discoteche (ogni riferimento a De Michelis...) ma ancora di più le donne: la sua amante è Susy (Serena Autieri), a cui ha trovato un posto di soubrette a "Drive In".
A trent’anni di distanza da Sapore di mare (1983), cult-movie che mitizzava le tintarelle di luna, i capelli cotonati e i falò sulla spiaggia, i fratelli Vanzina tornano in sala (a gennaio!) con una balneare commedia romantica imbevuta di nostalgia per un'epoca – questa volta si tratta dei rampanti e spensierati anni Ottanta – in cui la gente “credeva ancora nell’amore, nella vita, nel sentimento”.
In mezzo a evidenti forzature (il giovane latin lover Luca che si fa tre mesi di carcere per qualche spinello) e curiose licenze geografiche (da Forte dei Marmi sono sufficienti pochi passi per tuffarsi nelle acque cristalline di Cala Violina, nella Maremma grossetana), Sapore di te mette dentro un po’ di tutto: le hit del momento (da Mike Francis a Steve Wonder passando per Gino Paoli e i Ricchi&Poveri), i riferimenti al cinema di cassetta allora in sala (Sing-Sing, Mezzo destro mezzo sinistro, La chiave), lo scontro culturale tra romani e milanesi, gli sketch che si susseguono a ritmo frenetico (e spesso incontrollato), i bizzarri equivoci da pochade, i baci dati in cabina o sotto le stelle cadenti durante la notte di San Lorenzo, fino all’immancabile mazzetta (pagata in natura che sblocca la licenza edilizia.
Ci sarà anche il tempo di ritrovarsi (il breve epilogo è ambientato nel 2013), incanutiti e con qualche ruga in più, pronti ad assistere a nuove imprese amorose, questa volta dei figli. Peccato che tutto suoni inverosimile, posticcio, privo di consistenza cinematografica. L’importante (come dice a un certo punto la voce off) è assaporare il “piacere di vivere cose banali”.
Con Sapore di te i Vanzina realizzano con esplicita e quasi spudorata consapevolezza un innocuo sequel auto-citazionistico fondato sul già visto, eterno ritorno di un immaginario identico a se stesso.
Forte dei Marmi, estate 1983 e 1984. Luca e Chicco, due compagni d'università, si innamorano della stessa ragazza, Rossella, che è in vacanza con il padre Alberto, tifoso romanista, e la madre Elena; Anna, che sta per laurearsi, incontra Armando, uno Steve McQueen di provincia che le rapisce il cuore; il ministro napoletano De Marco viene travolto dalla passione per la sentimentale e ingenua Daniela, una giovane soubrette di Drive In; e ancora il bagnino Renato, che seduce le giovani straniere, la compagnia della spiaggia dei ragazzi sempre pronti a scherzi goliardici e a scappatelle sentimentali, i genitori di Luca, due borghesi milanesi che rimpiangono gli anni Sessanta.