David Michôd

The King

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Alla morte del re Enrico IV, Hal, il figlio maggiore lontano per scelta dalle invidie di corte e dedito più al vino e alle donne che al valzer del potere, si trova suo malgrado a ereditare il trono. Inizialmente restio a piegarsi alle logiche belliche che condizionavano il paese, Hal – ormai Enrico V – conquista sul campo di Agincourt una fondamentale vittoria per l’esercito inglese, avvicinandosi al trono di Francia e alla risoluzione di una guerra che da decenni insanguinava il regno.

In The King l’australiano David Michôd – autore anche della sceneggiatura assieme a Joel Edgerton, che nel film interpreta Falstaff – condensa gli avvenimenti di tre tragedie shakespeariane, aggiungendo all’azione principale, tratta dall’Enrico V, le premesse presenti nelle due parti dell’Enrico IV per sottolineare l’arco narrativo del protagonista e regalargli una trasformazione degna di un vero e proprio racconto di formazione. All’inizio Hal tratta con distacco – se non con disprezzo – le vicende politiche: assieme al fido Falstaff si getta a capofitto in risse, bevute e amori quasi a voler dimenticare il fantasma della corona che aleggia sul suo capo, come fosse una spada. Una volta che la responsabilità gli si impone – e capendo che raziocinio e buon cuore da soli non governano i regni – si immerge nella battaglia conducendo il suo manipolo di soldati («We few, we happy few, we band of brothers») a un’insperata vittoria.

L’intuizione di Michôd, e anche il limite principale del film, è quella di donare al suo Enrico – in contrapposizione con i modelli classici di Olivier o Branagh – un turbamento giovanile, una spensieratezza vagamente annoiata perfettamente aderente alla fisicità fanciullesca del suo attore protagonista, Timothée Chalamet. Il suo volto imbronciato che sembra sempre nascondere un capriccio o la sua pulsione introversa stridono con lo ieratico, letteralmente tragico, svolgersi degli eventi: il confronto con il suo nemico/doppio (il Delfino di Francia, interpretato da Robert Pattinson) si risolve quindi nella presa di coscienza della pulsione dei fi- gli a sospendere, se non interrompere, le carneficine volute dai padri. La sottile e stratificata riflessione di Shakespeare su responsabilità e potere, su capacità di scelta e possibilità di redenzione sfuma quindi in un discorso generazionale strutturato più sui faccini belli e pensierosi degli attori che sul prezzo di carne e di sangue che la Storia troppo spesso impone.

The King
Regno Uniti, Ungheria, 2019, 133'
Titolo originale:
The King
Regia:
David Michôd
Sceneggiatura:
David Michôd, Joel Edgerton
Fotografia:
Adam Arkapaw
Montaggio:
Peter Sciberras
Musica:
Nicholas Britell
Cast:
Ben Mendelsohn, Joel Edgerton, Lily-Rose Depp, Robert Pattinson, Sean Harris, Thomasin McKenzie, Timothée Chalamet, Tom Glynn-Carney
Produzione:
Blue-Tongue Films, Netflix, Plan B, Porchlight Films, Yoki
Distribuzione:
Netflix

Principe ribelle e riluttante erede al trono d’Inghilterra, Hal ha voltato le spalle alla vita di corte e vive tra il popolo. Ma quando il tirannico padre muore, Hal è incoronato re con il nome di Enrico V e si trova costretto ad abbracciare la vita alla quale aveva cercato di sfuggire fino ad allora. Il giovane re si trova ora a destreggiarsi tra la politica di palazzo, il caos, le guerre che il padre si è lasciato alle spalle, e le vicende emotive della sua vita passata, incluso il rapporto con l’intimo amico e mentore, l’anziano cavaliere alcolista John Falstaff.

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