Colm Bairéad

The Quiet Girl

film review top image

Sgombriamo subito il campo da un equivoco, semmai fosse venuto in mente a qualche cinefilo. The Quiet Girl con The Quiet Man (ovvero: Un uomo tanquillo), uno dei capolavori di John Ford, in comune ha essenzialmente solo l'ambientazione geografica, anche se sicuramente agli autori sarà venuto in mente, almeno per il titolo. Si tratta altresì di un ritratto, acquarellato ma senza sbavature, di una ragazzina troppo dolce per l'ambiente in cui vive, un paese dell'Irlanda rurale nel 1981. Ultimogenita di una famiglia contadina che non se la passa molto bene, la “pisciasotto” Cait cerca silenziosamente di sgusciare via, tra un padre grossolanamente egoista e stupido, una madre nervosa e inacidita, due sorelle che non la considerano, così come le compagne di scuola che la disprezzano apertamente. Ma forse le cose cambieranno, quando nell'imminenza della nascita di un fratellino, viene traslocata per un'estate da una coppia più matura d'età (“possono tenersela quanto gli pare”), la cugina della madre Eiblin e il marito Seàn, a tre ore di macchina di distanza. La bontà d'animo e l'intelligenza dei lontani parenti, piano piano scioglieranno le barriere di una ragazzina intelligente, sensibile e solo molto, molto chiusa.

Primo lungometraggio di Colm Bairéad, 42enne di buona gavetta tra corti e serie tv, è completamente girato in lingua irlandese, per una scelta non solo di rivendicazione identitaria ideologica (“Siamo nella lista delle lingue a rischio di estinzione dell'Unesco. Lavorare nel cinema in lingua irlandese è una sfida. È la nostra lingua ufficiale, ma sfortunatamente non è molto parlata. Il luogo che vedete nel film, dove vive la famiglia, è una piccola parte rurale dell'Irlanda sudorientale, dove c'è un'area in cui la gente parla irlandese ogni giorno”), ma anche di aderenza alla storia, tratta dal racconto Foster di Claire Keegan.

All'interno di un piccolo dramma psicologico (che ne nasconde alle spalle altri molto più tremendi), colpisce la sicurezza mai corriva con cui l'autore, mentre disegna a punta fine gli aspetti più crudi di caratteri e relazioni tossiche (con battute sospese, inquadrature di volti e gesti, brevi dialoghi rivelatori), orchestra una “liberazione sentimentale” progressiva, lirica, in una corsa verso l'espressività e la consapevolezza. Comunicare tacendo è una gran dote. Come dice alla piccola Cait a un certo punto il parco, saggio e comprensivo Sean (praticamente l'unico irlandese equilibrato, non aggressivo e smodato mai apparso sullo schermo!): “Fai tesoro delle parole, ricordatelo sempre. Troppe persone non hanno taciuto quando era il momento di farlo e hanno pagato un prezzo molto alto” (consiglio peraltro quasi superfluo, data la riservatezza “patologica” della ragazzina). Il movimento verso la maturazione psicologica della protagonista, interpretata da una intensa Catherine Clinch dai lineamenti finissimi e quasi angelicati, è discreto e sicuro come la chiarezza d'intenti di Bairéad. Da riprese ad altezza sguardo di Cait, con tanti personaggi ripresi di nuca, a evidenziare la sua esclusione e la noncuranza con cui viene considerata, si passa a una sempre più ariosa visione dell'ambiente e delle situazioni, per un film che sa decisamente cosa vuol dire e come trasmetterlo. Infatti è stato il più grande successo in lingua irlandese al box office e, dopo l'anteprima a Berlino 2022, è entrato doverosamente ora tra i candidati all'Oscar per il miglior film straniero.


 

The Quiet Girl
Irlanda, 2022, 94'
Titolo originale:
id.
Regia:
Colm Bairéad
Sceneggiatura:
Colm Bairéad
Fotografia:
Kate McCullough
Montaggio:
John Murphy
Musica:
Stephen Rennicks
Cast:
Carrie Crowley, Andrew Bennett, Catherine Clinch, Michael Patric, Kate Nic Chonaonaigh, Joan Sheehy, Tara Faughnan
Produzione:
Inscéal
Distribuzione:
Officine Ubu

Cáit è una bambina di 9 anni proveniente da una famiglia sovraffollata, disfunzionale e impoverita. Lottando silenziosamente a scuola e a casa, ha imparato a nascondersi davanti agli occhi di coloro che la circondano. Con l'arrivo dell'estate e l'avvicinarsi del termine dell’ennesima gravidanza della madre, i genitori decidono di mandare Cáit a vivere da parenti lontani. Senza sapere quando tornerà a casa, la bambina viene lasciata a casa di questi estranei con solo l’abito che indossa. I Kinsella, una coppia di mezza età, mostrano verso di lei una grande premura e attenzione. Sono persone di campagna, la stessa realtà da cui proviene Cáit, ma lavorano sodo e conducono una vita dignitosa. Giorno dopo giorno, sotto la cura dei Kinsella, Cáit fiorisce e non si sente più invisibile agli occhi degli altri. Ma in questa casa dove cresce l'affetto e non dovrebbero esserci segreti, ne scopre uno...

poster