Brady è un ex star dei rodei, che a causa di una caduta rischia di morire per un grave trauma cranico. Lontano dall’azione, da quello che più lo appassiona, Brady inizia un lungo percorso di introspezione, per ritrovare prima di tutto sé stesso, il suo spirito. The Rider è ambientato nel South Dakota, in quel West desolato dove la regista di origine cinese Chloé Zhao, da anni trasferitasi negli Stati Unti, tenta uno sguardo descrittivo ma anche introspettivo di una terra che la affascina, ma di cui non sembra percepire fino a fondo le mille sfaccettature. Un po’ come in My Own Private Idaho, nei luoghi del western, Zhao celebra la morte della wilderness, dell’infinita voglia di scoperta di nuovi territori. La ricerca quindi non è attorno a sé, ma al proprio interno, nelle proprie contraddizioni.
Brady si muove in un contesto dove la demarcazione tra normalità e infrazione delle regole è molto sottile. Lui è un outsider, come la sorella autistica, o l’amico ridotto all’immobilità, anche lui a causa di un incidente durante una competizione. Il ritorno di Brady all’attività è raccontato con grande delicatezza dalla regista sino-americana, tra un timore quasi obbligato e la naturale pro- pensione a comunicare con i cavalli come avviene con gli altri essere umani.
The Rider è un film anomalo, sin dall’inizio. Non è certo un western, anche se appartiene a quella tradizione, e non solo per le ambientazioni, non ne decreta la morte o il declino. Tende, piuttosto, a un umanesimo ruvido, a un realismo pieno di fratture. Anche la narrazione è tutt’altro che lineare e segue le sensazioni provate man mano da Brady durante questa non completa parabola di caduta e resurrezione. Di The Rider rimane comunque, più di altra cosa, questo sguardo estraneo della regista, affascinata ma allo stesso respinta da questo territorio, dalle sue tradizioni, dai personaggi che lo animano, dagli antieroi come Brady che non si danno mai vinti, anche davanti all’evidenza.
Dopo un tragico incidente a cavallo, il giovane cowboy Brady vede i suoi sogni sfumare: scopre infatti che non potrà più gareggiare. Tornato a casa nella riserva indiana di Pine Ridge, South Dakota, Brady lotta per superare il trauma dell’incidente, sia dal punto di vista fisico che psicologico.