Domenica notte, a partire dalle 2.30 (ora italiana) saranno assegnati gli Academy Awards 2017. Anche se La La Land finirà per portarsi a casa praticamente tutto e le sorprese potrebbero essere poche, abbiamo provato a cercare dieci buoni motivi per stare in piedi a seguire la cerimonia o, almeno, per svegliarsi un po’ prima lunedì mattina e andare di corsa a vedere come è andata. Partendo proprio da La La Land: farà davvero la parte del leone?
1. Gala Land?
La La Land, candidato a 14 statuette, ha eguagliato il record di Titanic (poi vincitore di 11 Oscar) e di Eva contro Eva (che ne portò a casa solo 6). Se vincesse almeno 12 Academy Awards, diventerebbe il film più premiato della storia del cinema superando lo stesso Titanic, detentore del record di 11 statuette a pari merito con Ben Hur e Il signore degli anelli. Nessun film che abbia ottenuto così tante nomination è mai tornato a casa a mani vuote. Ma attenzione: la lista di film che dopo numerose candidature sono andati in bianco è molto lunga e annovera titoli illustrissimi come Gangs of New York (0 premi su 10 nomination), Chinatown (1 su 11), Lincoln (2 su 12) o Rebecca, la prima moglie (2 su 11). Nella lotteria degli Oscar il confine fra trionfo e insuccesso è sottilissimo!
2. Oscars so black!
Dopo la polemica targata Spike Lee dello scorso anno sulle discriminazioni razziali in sede di stesura delle nomination, l’Academy – in maniera un po’ troppo ossequiente – ha stilato delle candidature nelle quali la quota black è calcolata con il bilancino. Troviamo quindi fra i candidati Barry Jenkins come miglior regista, Ruth Negga e Denzel Washington come attori protagonisti, Viola Davis, Naomie Harris, Octavia Spencer, Mahershala Ali, Dev Patel come non protagonisti e in generale una serie di film – soprattutto Loving ma anche Moonlight, Barriere, e Il diritto di contare, che affrontano in un modo o nell’altro la questione razziale. Basterà a smorzare le polemiche? E se poi nessuno di loro vincesse? Staremo a vedere.
3. Il cliente scomodo
La lotta per il miglior film straniero sembra ridotta a una sfida a due: Vi presento Toni Erdmann di Maren Ade e Il cliente di Asghar Farhadi. Con il secondo molto in vantaggio sul primo soprattutto per le polemiche scoppiate negli ultimi giorni a proposito del fatto che Farhadi non si presenterà alla cerimonia. Il regista, che aveva già confermato la presenza ha infatti deciso di non volare a LA attenendosi scrupolosamente al recente Muslim Ban emanato da Donald Trump che gli impedisce, in quanto cittadino iraniano, di entrare negli Usa fino alla prossima estate. Non sarebbe stato un problema fornire a Farhadi e alla sua delegazione dei permessi speciali, ma la scelta del regista è soprattutto un gesto politico che siamo certi l’area dem dello showbusinnes hollywoodiano non perderà l’occasione di sposare e incoraggiare. Magari con un bell’Oscar!
4. Isab… Elle!
Isabelle Huppert parte sfavorita. Sembra che nemmeno questa volta una delle più grandi attrici viventi riuscirà a portarsi a casa una statuetta che sarebbe strameritata sia come premio per una carriera straordinaria, che come riconoscimento per l’interpretazione della protagonista in Elle, l’ultimo film di Paul Verhoeven. Emma Stone e Natalie Portman sembrano in netto vantaggio, anche se il recente Golden Globe vinto dalla Huppert lascia ben sperare i fan. Attendiamo fiduciosi!
5. Denzel x 3?
Se vincerne due è cosa non certo facile (benché piuttosto diffusa), vincere tre Oscar è cosa da pochi, soprattutto fra gli attori. Denzel Washington, alla sua settima nomination potrebbe centrare la terza statuetta (seconda come attore protagonista) entrando nell’esclusivo club che annovera dei grandi come Maryl Streep, Ingrid Bergman, Jack Nicholson, Daniel Day-Lewis e Walter Brennan. Casey Affleck (vd. punto 6) e Andrew Garfield partono favoriti, ma non è detta l’ultima parola.
6. Affleck Legacy
Il quasi certo Oscar a Casey Affleck come miglior attore farà sì che il più giovane dei fratelli superi il maggiore, Ben, che di Oscar ne ha già vinti due ma nessuno dei quali come attore (neanche una nomination), essendosi aggiudicato la statuetta come produttore e sceneggiatore. Casey farebbe anche meglio dell’ex-cognato e miglior amico Joaquin Phoenix che, a quota tre nomination, non ha ancora vinto (difficile da credere) nemmeno un Academy Award.
7. Italiani d’America
Si ha l’impressione che la categoria “documentario” non sia destinata a durare ancora per molto e che le sempre più feroci polemiche intorno alla distinzione fra doc e fiction faranno sì che fra qualche tempo si assegnerà una statuetta per il miglior film alla quale potranno ambire opere di qualsiasi genere. Nel frattempo però, come previsto da Sorrentino, Fuocoammare – già Orso d’oro alla Berlinale dello scorso anno – è in lizza “solo” come miglior documentario. La concorrenza è agguerrita e sia Life, Animated che O.J.: Made in America sembrano nettamente in vantaggio sugli altri. Se il film di Rosi dovesse farcela sarebbe però il quarto anno consecutivo in cui l’Italia si porterbbe casa un Oscar (dopo La Grande Bellezza nel 2014, il premio a Milena Canonero nel 2015 e quello a Ennio Morricone lo scorso anno).
8. Forever Young
Il sicuro Oscar come miglior regista a Damien Chazelle (probabile che si aggiudicherà anche quello per il miglior film e sceneggiatura), farà di lui il più giovane di sempre (32 anni e 38 giorni) a vincere come miglior regista, superando il record di Norman Taurog (32 anni, 8 mesi e 18 giorni) premiato per il misconosciuto Skippy nel 1931. Un primato che durerà molto, molto a lungo.
9. Fotografie dal futuro
In controtendenza rispetto agli ultimi anni il premio per la miglior fotografia, da sempre il più interessante da seguire fra i premi tecnici, è una lotta fra absolute beginners (o quasi). Dei cinque candidati (età media 42 anni) solo Rodrigo Prieto ha ricevuto una candidatura prima di questa e nessuno ha mai vinto la statuetta. Se pensiamo che solo l’anno scorso nella cinquina dei candidati (età media 64 anni) si contavano ben 30 precedenti nomination e 6 oscar già assegnati, capiamo come la lotta di quest’anno, aperta e avvincente (in pole position, neanche a dirlo, Linus Sandgren per La La Land), guarda al futuro.
10. I magnifici sette
Come l’anno scorso, giusto per divertirci un po’, siamo andati a vedere quali film hanno vinto nell’anno 7 di ogni decennio passato, dal 1937 (gli Oscar sono nati nel 1929) al 2007. Ecco la lista:
1937 – Il paradiso delle fanciulle di Robert Z. Leonard
1947 – I migliori anni della nostra vita di William Wyler
1957 – Il giro del mondo in 80 giorni di Michael Anderson
1967 – Un uomo per tutte le stagioni di Fred Zinnemann
1977 – Rocky di John G. Avildsen
1987 – Platoon di Oliver Stone
1997 – Il paziente inglese di Anthony Minghella
2007 – The Departed - Il bene e il male di Martin Scorsese
Non tutte pietre miliari del cinema ma in alcuni casi grandi, grandissimi film che hanno fatto la storia. La La Land (o gli altri), saranno all’altezza del confronto? Giudicate voi!