Prima opera dell'emergente Ahn Sang-hoon a raggiungere l'Italia, Blind (Beul-la-in-deu, 2011) – distribuito direttamente su supporti digitali dalla Tucker Film nel 2013 e trasmesso su Rai4 nel febbraio successivo – è il secondo lungometraggio del regista sudcoreano, che ha alle spalle già due thriller dalle venature orrorifiche nello stile di Park Chan-wook, Pass Over (2005) e Arang (2006).
L'ultimo di Ahn si presenta come un solido film di genere evidentemente debitore al noir americano (in primis Operazione terrore, Experiment in Terror, Blake Edwards, 1962), con lievi forzature e facilonerie che non ne intaccano però la ben congegnata sceneggiatura, forte anche di alcune memorabili scene nella metropolitana e nell'orfanotrofio.
Min Soo-ah, cieca a causa di un incidente, è testimone di un investimento stradale con occultamento del ferito per mano dell'autista che la sta portando a casa, da cui riesce a difendersi evitando un'aggressione. Denunciato l'accaduto alla polizia e dimostrando notevoli doti intuitive, merito delle sue iper-sviluppate capacità sensoriali, la ragazza convince l'inizialmente scettico e restio agente Jo a indagare sull'accaduto e sulla sparizione di una giovane avvenuta la medesima sera nella stessa zona, cercando il pirata, a sua volta intenzionato a mettere a tacere Soo-ah ed eventuali altri testimoni.
La cecità, handicap cinematografico per eccellenza che pone lo spettatore a un grado di conoscenza maggiore rispetto al personaggio, rendendolo ancora più partecipe della sua angoscia perché testimone inerte dell'azione in corso (Gli occhi della notte, Wait Until Dark, Terence Young, 1967), si fa qui leit-motiv narrativo con alcune varianti. Non solo la reale menomazione della protagonista, ma anche quella metaforica della polizia, che brancola nel buio in cerca di una pista da seguire. E non è allora casuale che l'assassino – spietato vilain la cui cieca violenza lo avvicina ai corrispettivi statunitensi Max Cady (Cape Fear – Il promontorio della paura, Jack Lee Thompson, 1962 e Martin Scorsese, 1991) o Frank Booth (Velluto blu, Blue Velvet, David Lynch, 1986) – accerti la morte delle sue vittime sbarrando loro gli occhi.
Paradossalmente opposto all'atto proprio del cinema, il non vedere diventa qui fulcro centrale di una ricerca di verità altrimenti irraggiungibile, in un gioco di sensi dal risultato tutt'altro che scontato.
Blind (Beul-la-in-deu, 2011, 111') DVD italiano distribuito da Tucker Film, trasmesso da Rai4