Il Brad Pitt di F1 non è certo stata la prima delle stars a cimentarsi con il mondo dell'agonismo tra supercilindrate. Ecco dieci titoli cult nei variegati mondi delle gare ufficiali e anche di quelle clandestine (e chi può dimenticare la fatidica sfida con James Dean in Gioventù bruciata?), dove l'odore della benzina si mescola all'adrenalina. Qui siamo stati sul “realistico” e abbiamo con mestizia dovuto rinunciare a commedie, cartoon e fantaction sul tema, a loro modo memorabili. Li citiamo en passant, indimenticabili eroi delle variazioni sul tema: La grande corsa (1965), Un maggiolino tutto matto (1968), Anno 2000 la corsa della morte (1975), La corsa più pazza d'America (1981), Cars (2006). Del resto anche loro fanno parte del fascino e del culto del “diavolo rosso che (non) dimentica la strada”...
Un attimo una vita (Usa, 1977). Di Sydney Pollack. Al Pacino (ebbene sì e con tanto di nomination ai Golden Globe per il ruolo) è una stella della Formula 1, incosciente e totalmente dedito alle gare. Il suo animo cambierà, prima con la morte per incidente di un collega, poi con l'incontro con Marthe Keller italiana di Firenze (“tu sei come una tartaruga!”) che gli darà un altro senso, più intenso, della vita. La classe inarrivabile di Pollack per un dramma doloroso, tratto da Il cielo non ha preferenze, libro del facitore di best seller Eric Maria Remarque, con Romolo Valli nei panni dello zio Luigi.
Linea rossa 7000 (Usa, 1965). Di Howard Hawks. Uno degli ultimi film di Hawks che qualcuno (incautamente) ha osato considerare minore, in verità spiccio e intenso come solo lui sapeva fare (e per l'epoca notevoli riprese delle gare). Donne e motori, gioie e dolori. Dopo un tragico incidente a Daytona, la storia della rivalità non solo in pista tra Mike e Dan, entrambi dalla vita sentimentale piuttosto complicata. Una delle prime imprese da protagonista di James Caan, futuro protagonista di tanto cinema della New Hollywood. Colonna sonora di Nelson Riddle e costumi di Edith Head e scusate se è poco!
La 24 ore di Le Mans (Usa, 1971). Di Lee H. Katzin (e in parte John Sturges). Steve McQueen amava la velocità (lo ricordate in moto in La grande fuga?). Questo fu un suo sogno, dal budget consistente (7,5 milioni di dollari) e dal formidabile insuccesso. Ma nella mente restano, più che le avventure del pilota Michael Delaney in Porsche e della aspra “lotta” con Erich Stahler in Ferrari, le riprese, direttamente dall'auto, con la competizione ricostruita tre giorni dopo con le stesse vetture e tanti conduttori. Incidenti spettacolari e nel contorno si notano Luc Merenda e addirittura Carlo Cecchi (alias Paolo Scadenza!).
Giorni di tuono (Usa, 1990). Di Tony Scott. Post Top Gun, Tom Cruise cerca il bis al botteghino e l'ottiene gareggiando come Cole Trickie nella ardimentosa Nascar. Da bravo principiante ha un inizio disastroso ma poi diventa un beniamino del circuito, con memorabile rivalità con Michael Rooker (“Rowdy” Burns). Incidenti, crisi e resurrezione a Daytona con Robert Duvall nei panni del manager Harry Hodge a sostenerlo. A proposito: sul set conosce Nicole Kidman (neurochirurga!) che diverrà per 10 anni sua moglie nonché partner in altri film. Possente la colonna sonora di Hans Zimmer con la chitarra di Jeff Beck che svetta.
Rush (G.B./ Germ./Usa, 2013). Di Ron Howard. Si stimano ma sull'asfalto è lotta dura senza paura. La storia della rivalità tra James Hunt e Nicky Lauda, qui Chris Hemsworth e Daniel Bruhl, infiammò gli anni '70. I caratteri opposti (guascone e donnaiolo il primo, meticoloso e riservato il secondo) consentono al regista anche gustose osservazioni psicologiche, sempre nell'ambito del “corretto” ed è notevole la scena della ricostruzione del terribile incidente con rogo al Nurburgring. Nei panni di Clay Regazzoni sbuca il nostro Pierfrancesco Favino (premio ai Nastri d'Argento) mentre un Premio Bafta andò al montaggio di Dan Hanley e Mike Hill.
Fast and Furious (Usa, 2001). Di Rob Cohen. Forse non sarà il più memorabile tra i 10 film della saga (più uno spin-off) ma è il primo, quello fondativo. Dominic Toretto (il mito Vin Diesel: “vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta”) organizza corse illegali ma è sospettato dalla polizia anche di furto. L'agente infiltrato Brian O'Conner (Paul Walker) alla fine però gli diventa amico e partner. Auto truccatissime e performances sempre più mirabolanti, dal quarto capitolo si passa sempre di più allo spionaggio fino alla fantascienza e si aggiungono altri machos come Jason Statham, Dwayne Johnson, John Cena.
Grand Prix (Usa, 1966). Di John Frankenheimer. Cineprese “innestate” sulle vetture e tecniche di ripresa allora avveniristiche. La trama? Peter Aron (James Garner) campione di Formula 1 si ricicla nel clan Yamura (le auto sono fornite dalla McLaren) e avrà formidabili rivali, tipo il veterano in crisi Jean-Pierre Sarti (Yves Montand), della Agostini-Manetta (titolare Adolfo Celi). Incidenti e una vittoria finale che si tinge di amaro. In qualche scena si utilizzarono modelli di F3 truccati e guidati da Phil Hill (più altri grandissimi come Graham Hill, Brabham, Fangio). Oscar a montaggio, montaggio sonoro e sonoro.
Veloce come il vento (Italia, 2016). Di Matteo Rovere. L'adolescente Giulia De Martino (Matilda De Angelis) si cimenta con grinta nel campionato italiano GT. Alla morte del padre, ripiomba a casa il fratello Loris (Stefano Accorsi), ex campione e ora tossico. Tra tensioni e astio “il ballerino” (è chiamato così nell'ambiente) darà imprevedibilmente una mano a lanciare la sorellina e saldare i debiti. Il bel film sportivo che dall'Italia non ci si aspetta, emozionante e ben girato (riprese tra Imola, Monza, Vallelunga, il Mugello... e Matera). David a iosa: Accorsi, Fotografia, Montaggio, Sonoro, Trucco ed Effetti Digitali.
Indianapolis pista infernale (Usa, 1969) Di James Goldstone. Con Steve McQueen, Paul Newman è l'altro grande divo appassionato di corse sino a cimentarsi davvero (e proprio dopo questo film! Nel 1979 ha partecipato alla 24 ore di Le Mans e nel 1985 e 1986 ha vinto il campionato GT1 Usa). Qui la storia si svolge alla 500 Miglia di Indianapolis. Frank Capua (Newman) è ambizioso e la rivalità acerrima con Luther Erding (Robert Wagner) si fa particolarmente “cattiva” quando sorprende la moglie Elora (Joanne Woodward, qui già madre di un adolescente e sposata quanto meno frettolosamente) a letto con lui.
Ferrari (2023, Usa, G.B., Italia, Arabia Saudita). Anno 1957, anno cruciale per Enzo Ferrari (Adam Driver), la casa automobilistica è in crisi, come il matrimonio con la moglie Laura (Penelope Cruz) dopo la morte dell'adorato figlio Dino. In più ha una relazione extra con tanto di figlio tenuta sino ad allora segreta, con Lina (Shailene Woodley). Da indomito e brusco combattente, l'industriale getterà tutte le sue carte sulla leggendaria 1000 miglia lungo l'Italia (“Se sali su una delle mie auto, ci sali per vincere”). Sarà una gara durissima, spettacolare e tragica. Da un progetto nato nei '90 ma partito solo da aprile 2021.