Fuori concorso - Series

Etty di Hagai Levi

focus top image

Diario 1941-1943 di Etty Hillesum è un libro pubblicato per la prima volta nel 1981, quasi quarant’anni dalla morte dell’autrice ad Auschwitz, e costituisce un punto di riferimento per la spiritualità contemporanea. Partendo da questo testo, Hagai Levi crea una serie composta da sei episodi, facilmente divisibili in due parti, in cui si racconta di Etty, giovane donna olandese ed ebrea, attanagliata da ansia e depressione, pervasa dall’ambizione di scrivere, con un carattere forte e trascinante e una sensualità difficilmente contenibile, che incontra, per essere aiutata nel suo processo di cura, Julius Spier, psicoterapeuta e chirologo.

Per breve tempo allievo di Jung, Spier si allontana dalla psicoanalisi per addentrarsi in una modalità terapeutica che fa dello studio del corpo, e delle mani in particolare, lo strumento per interpretare i traumi dell’anima. Uomo di mezza età, carismatico e seducente, è lui a consigliare a Etty di praticare quotidianamente la scrittura di un diario, attraverso il quale indagare senza timore la propria interiorità, e degli esercizi corporei mirati a sviluppare e allenare la capacità di potersi abbandonare, di sciogliere le tensioni e sviluppare un’innata fiducia nella vita. L’acquisizione di queste pratiche, unite all’accompagnamento spirituale e affettivo di Spiel, porteranno la giovane Etty a una radicale trasformazione interiore e allo sviluppo di una forma di contatto con la propria interiorità, nella quale la giovane riscontra un afflato divino.

I primi tre episodi della serie colpiscono per la forza e la cura con cui Levi ha saputo trasporre il personaggio di Etty: una vibrante Julia Windischbauer riesce a far rivivere la densità e la pienezza di una giovane donna carismatica, complessa, eccezionale. La seconda parte, meno incisiva, contiene però un momento di confronto che esplicita la ricerca interiore di Etty e la costruzione della sua intima certezza che sia necessario contrapporre a un dio esterno, lontano, un dio interiore, da ricercare nelle profondità del sé.

Interessante, per quanto non priva di problematizzazioni, la scelta di ambientare la serie in una Olanda contemporanea, trasponendo i fatti raccontati nel Diario nel cuore dell’Europa attuale, senza però preoccuparti troppo di mostrare il contesto e il contorno alla vita della protagonista. Se è apprezzabile che la serie non sia in costume, alleggerendo così la messinscena da ricostruzioni e immaginari ben noti (i nazisti, i treni merci, i cani…), l’attualizzazione può comportare implicitamente l’assunto che la persecuzione ebraica non abbia avuto mai fine, mentre il momento storico contemporaneo ci impone anche di concentrarci sugli effetti del successivo risarcimento.

Forse, però, è proprio Etty, questa donna e scrittrice straordinaria, a proporre una possibile via d’uscita: «Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. È l’unica soluzione possibile».