“Il tempo è un fiume che viene dal nostro passato” si legge su un calendario che viene girato nei primi minuti di La forma dell’acqua. Eliza, la protagonista, una donna muta timida e gentile, abita in un piccolo ma accogliente appartamento situato al di sopra di un cinema. Nella sala semivuota proie...
Quando ho cominciato a leggere, per la prima volta, il romanzo di Ernest Tidyman pubblicato da SUR, il mio immaginario legato a Shaft coincideva a grandi linee con quello del film capostipite della blaxploitation che ne era stato tratto (la regia era di Gordon Parks, l’anno il 1971). E, a dirla tutt...
Di tanto in tanto portano al cinema qualche grande romanzo della letteratura mondiale – quelli che tutti dovrebbero perlomeno conoscere, per aver letto il risvolto di copertina in libreria o i dettagli di acquisto su Amazon – operazione di cui non si è mai ben capito il senso ma che suona piuttosto...
Nell’anno di La La Land, del musical che magari trionferà agli Oscar, della memoria patinata di Hollywood trasformata nell’unica forma di immaginario ancora possibile per la cultura americana contemporanea, c’è un romanzo piccolo e gentile, scritto da Amy Bloom e in Italia pubblicato da Fazi Editore...
La madre, non la mamma, o per lo meno non all’inizio del viaggio. La madre come appiglio dell’identità, come origine della vita, soprattutto origine del linguaggio che dà un senso al mondo, che lo ferma e lo regola. La madre come grande tema dell’arte contemporanea. C’è un libro uscito da qualche...
Dunque Michael Bay è un futurista; dunque Transformers 4, e in generale tutta la saga, una riflessione teorica e politica su Hollywood, cinema oltre il cinema, discorso contemporaneo più di qualsiasi altra forma d'arte. Tutto bene, niente stupore. Il senso è condividisibile, l'entusiasmo u...
Scrive J. M. Coetzee nel carteggio con Paul Auster, pubblicato da Einaudi: […] Certo il fascino dell’incesto tra fratello e sorella è proprio in quel passaggio dal fin troppo noto al misterioso e all’ignoto. L’incesto è stato un tema letterario importante (Musil, Nabokov) ma sembra non esser...
Una cosa ho sempre apprezzato dei film di Von Trier, anche quando non mi convincevano: che sono l’espressione di una paura, l’ammissione di un terrore doloroso e impotente. Verso cosa è fin superfluo dirlo, la donna ovviamente, che per Von Trier è una creatura misteriosa, inavvicinabile e impenetr...
Ritorno su un’affinità selettiva postata qualche mese fa, quando A proposito di Davis venne presentato al Torino Film Festival. Allora la citazione letteraria veniva da Underground di Vladimir Makanin, librone che racconta il galleggiamento esistenziale di uno scrittore nella Russia dei primi an...
Detto con rispetto per le signore, Philomena è il classico film per signore. Una commedia drammatica, una cosa cioè che fa ridere e fa piangere, che ha per protagonista un’anziana signora e racconta cose facilmente riconducibili al cinema per signore: figli perduti, amori impediti, maternità soffert...
È quasi la fine, Jasmine entra in casa, stanca, struccata, sfatta. Il futuro marito ha scoperto la verità sul suo passato, il figlioccio ritrovato le ha detto di non volerla più rivedere, la finzione è crollata. Con gli altri, con il proprio corpo, ma per Jasmine non con se stessa. Di fronte alla so...
Władziu Valentino Liberace, che oggi non ci dice più nulla ma quattro o cinque decenni fa era una star, era «l’anti-cultura», come scrive John Irving in Preghiera per un amico. […] era uno sfrontato gigione, un ruffiano musicale che faceva a pezzi Chopin e Mozart e Debussy e li serviva con cont...
Un’affinità selettiva dedicata al Torino Film Festival, all’anteprima nazionale di Inside Llewyn Davis, ultimo film dei fratelli Coen. Nel film c’è un tipico personaggio coeniano, un musicista folk dei primi anni ’60 che vaga per il Village di New York squattrinato e rabbioso, un po’ stupido, tan...
Ad Asghar Farhadi piacciono le parole, i discorsi infiniti, gli arrovellamenti verbali di personaggi che provano a difendersi di fronte agli attacchi, sempre a parole, di altri personaggi… Si parla nei suoi film, si parla tanto, si parla anche troppo, ma solo parlando si costruisce il racconto e lo...
Il cinema italiano ha la fissa dei ’70. Da sempre, appena è stato possibile mettersi un po’ di anni alle spalle. Luchetti, poi, ci torna ciclicamente, non sa farne a meno, parla di «storia mitologica della sua famiglia» (titolo di lavorazione di Anni felici), ed evidentemente pensa che quella storia...