Un omaggio alla Primavera di Praga, 50 anni dopo. Sette film realizzati tra il 1965 e il 1970, per celebrare la "nuova onda del cinema cecoslovacco", la Nová Vlna. E quindi Jiří Menzel, Jaromil Jireš, Juraj Herz, Ján Kádár e Elmar Klos.
Si presenta così la sezione del Bergamo Film Meeting dedicata a I ribelli del '68. Una retrospettiva che nei prossimi mesi farà tappa anche in altre città italiane: Verona, Roma, Bologna e Venezia.
Questi i film della rassegna:
Obchod na korze (Il negozio al corso) di Ján Kádár, Elmar Klos (1965, 128')
Dáma na kolejích (La signora dei binari) di Ladislav Rychman (1966, 83')
Ostre sledované vlaky (Treni strettamente sorvegliati) di Jiří Menzel (1966, 93')
Spalovač mrtvol (L'uomo che bruciava i cadaveri) di Juraj Herz (1968, 95')
Žert (Lo scherzo) di Jaromil Jires (1969, 80')
Ucho (L'orecchio) di Karel Kachyna (1970, 94')
Valerie a týden divů (Fantasie di una tredicenne) di Jaromil Jireš (1970, 77').
Sette film ai quali va aggiunto un evento speciale, la proiezione di un cortometraggio (15') di Milos Komárek, Josef Pinkava ed Hermína Týrlová, datato 1958: Uzel na kapesníku (The Knot in the Handkerchief).
«Risulta difficile parlare della Nová Vlna come di un movimento omogeneo, men che meno di progettualità comuni. I registi sono amici formatisi nei teatrini d'avanguardia e nei jazz-club, lavorano scambiandosi idee ed esperienze, ma ciascuno è gelosissimo della propria individualità. Uniti dall'etica, divisi dall'estetica, si diceva dei protagonisti del neorealismo. Qui a unire è la politica, a dividere il modo di intendere il “nuovo”. Formatisi sui classici del neorealismo, su Fellini e Antonioni, attentissimi alle esperienze della nouvelle vague, in rapporto di continuo interscambio con i loro coetanei polacchi e ungheresi e, in occidente, con quelli del free cinema, questi bright young men and women, come li definisce Skvorecky, lasciano la loro firma indelebile sul periodo. C'è ancora la censura, d'accordo, ma è possibile aggirarla; anzi, essere in parte costretti nei suoi lacci stimola la fantasia, offrendo la valvola di sfogo della metafora». (Paolo Vecchi).
Appuntamento a Bergamo dal 10 al 18 marzo.