Il regista Lars Von Trier, attraverso una dichiarazione al quotidiano danese «Jylannds Posten» del suo socio in affari alla Zentropa, Peter Aalbaek Jensen, ha negato le impliclite ma chiare accuse di molestie sessuali espresse ieri in un post su Facebook da Björk.
La cantante islandese, che nel 2000 fu protagonista del film di Von Trier Dancer in the Dark, ha dichiarato in un post su Facebook di essere stato molestata da un regista danese (e Von Trier è l'unico regista danese con cui ha lavorato...) all'inizio della carriera di attrice (carriera in realtà interrotta proprio dopo quell'esperienza, nonostante il premio per la migliore interpretazione femminile a Cannes e la Palma d'oro per il film). «Quando ho intrapreso la professioni d'attrice», ha scritto Björk, «mi era perfettamente chiaro che la mia umiliazione e l'essere stata molestata era la normalità, decisa dal regista e da uno staff di una dozzina di uomini che lo permettevano e lo incoraggiavano».
Jensen, esprimendo anche il pensiero del collega, ha detto di essere rimasto stupito dalla dichiarazione di Björk: «Da quanto mi ricordo, le vittime eravamo noi. Quella donna era più forte di me, di Von Trier e di tutta la nostra compagnia messi insieme».
I litigi fra Von Trier e Björk sul set di Dancer in the Dark sono noti da tempo, fin dalle settimane successive l'uscita del film, ma fino a ora non si era mai parlato di molestie di natura sessuale. Nel suo intervento Bjork ha inoltre aggiunto che dopo l'esperienza con lei, Von Trier avrebbe cambiato il suo approccio nei confronti di altre attrici e si sarebbe comportato in maniera meno aggressiva con colleghe come Nicole Kidman o Charlotte Gainsbourg. «Secondo me ha avuato relazioni più corrette e serie con queste attrice dopo i nostri scontri: almeno c'è una speranza», ha scritto.