Pawo Choyning Dorji

Lunana: il villaggio alla fine del mondo

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Lunana esiste davvero. È un villaggio situato lungo la catena dell'Himalaya, al confine tra Bhutan e Tibet, dove si svolge parte della storia di Ugyen, un insegnante che sogna di trasferirsi in Australia per diventare un cantante. A causa del suo scarso rendimento, il governo lo spedisce proprio nello sperduto paesino di montagna per completare il suo mandato e poter finalmente trasferirsi. 

Inizialmente riluttante, Ugyen resterà fino all'arrivo dell'inverno, creando un legame con i suoi alunni e con il resto del villaggio. In un mondo disconnesso e immerso nella natura, Ugyen dovrà fare i conti con una totale povertà di mezzi, ma anche con un caloroso sentimento degli abitanti del luogo, che vedono nell'insegnante una figura capace di "toccare il futuro". Sebbene in armonia con la natura, Lunana vive però nell'arretratezza: il bagno è costituito solo da due assi di legno all'aperto, l'elettricità è quasi assente, la scuola è provvista solo di qualche tavolo e alcune sedie e al posto dei vetri, alle finestre troviamo la carta. 

La carta, come dice la guida di Ugyen, è come i soldi, difficile da reperire in alta quota, tanto che per accendere il fuoco si è costretti a usare lo sterco di yak, animale fondamentale per la sopravvivenza della vita in alta quota. 

L'esordiente Pawo Choyning Dorji, di origini buthanesi e arrivato con il film alla nomination all'Oscar il miglior film in lingua straniera, porta il cinema in questo luogo così impervio, riflettendo di conseguenza sui comforto della cosiddetta società sviluppata e sulla difficoltà di interagire con altre forme di organizzazione sociale.

In tal senso è significativo che, oltre a vedere la partecipazione degli abitanti del luogo, le riprese siano riuscite grazie all'idea di caricare su sessantacinque muli pannelli solari, batterie, fari, telecamere e apparecchiature audio per il trekking. La produzione è dipesa fondamentalmente dall'energia solare, vista la mancanza di elettricità - e questo è forse il paradosso più bello di questo piccolo e tradizionale film (per fortuna privo di un lieto fine consolatorio), che esiste grazie all’unicità di un luogo come Lunana. In fondo, nonostante le molte privazioni, il Bhutan è considerato il paese con il più alto tasso di felicità al mondo...


 

Lunana: Il villaggio alla fine del mondo
Bhutan, 2021, 110'
Titolo originale:
Lunana: A Yak in the Classroom
Regia:
Pawo Choyning Dorji
Sceneggiatura:
Pawo Choyning Dorji
Fotografia:
Jigme Tenzing
Montaggio:
Gu Hsiao-Yun
Cast:
Sherab Dorji, Kelden Lhamo Gurung, Ugyen Norbu Lhendup, Pem Zam, Sangay Lham, Chimi Dem
Produzione:
Dangphu Dingphu: A 3 Pigs Production
Distribuzione:
Officine Ubu

Un giovane insegnante del Bhutan moderno, Ugyen, si sottrae ai suoi doveri mentre progetta di andare in Australia per diventare un cantante. Come rimprovero, i suoi superiori lo inviano nella scuola più remota del mondo, nel villaggio di Lunana a 4.800 metri di quota, per completare il suo periodo di servizio. Dopo un cammino di 8 giorni, Ugyen si ritrova esiliato dalle sue comodità occidentalizzate. A Lunana non c’è elettricità, né libri di testo e nemmeno una lavagna. Sebbene poveri, gli abitanti del villaggio porgono un caloroso benvenuto al loro nuovo insegnante, che deve affrontare il difficile compito di insegnare ai bambini del villaggio senza alcuno strumento didattico a disposizione. Preso dallo sconforto, è sul punto di decidere di tornare a casa, ma poco a poco inizia a conoscere la felicità incondizionata degli abitanti del villaggio, dotati di una straordinaria forza spirituale in grado di contrastare le grandi avversità del luogo. Si ritroverà conquistato dall’adorazione che i bambini dimostreranno verso di lui, che lo vedono come una figura fondamentale per la costruzione del loro futuro.

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