Edgar Wright

The Running Man

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Un comandamento del decalogo dei progressisti democratici enuncia che “La verità è rivoluzionaria”. Sempre. D'altronde, per questo i giornalisti di inchiesta su schermo sono personaggi positivi e modelli di riferimento.

In USA ha fatto da nutrimento e messaggio di tanta letteratura popolare e del cinema antiestablishment e di impegno. The Running Man, da un libro di Stephen King di quando pubblicava anche con lo pseudonimo di Richard Bachman, datato 1982 (prima edizione italiana su Urania, il 22 gennaio 1984), ritorna film dopo una prima volta, L'implacabile, assai divertente, spiccia, rimaneggiata, con effetti speciali ora vintage e disinvoltamente “cialtrona” del 1987, diretta da Paul Michael Glaser (l'ex Starsky del tv Starsky & Hutch) e con uno Schwarzenegger smagliante, fresco e già sufficientemente ironico, con tanto di sigarone masticato.

La versione 2025 (guarda caso proprio nell'anno in cui è ambientato il romanzo) di Edgar Wright è molto più fedele della precedente alla trama di King/Bachman, anche se vi aggiunge variazioni significative, soprattutto un combattivo lieto fine che decisamente cozza con la ben più amara e drammatica nemesi della matrice. D'altra parte il vessillo della verità come innesco della rivolta esige aggiustamenti populistici, a volte.

In un futuro regime totalitario in cui la televisione è strumento di controllo e oppio per una popolazione su cui pochi ricchi gestiscono il potere che controlla i media e la polizia, i poveracci proletari o poco più, si arrabattano sottopagati o finiscono a fare i dropouts nelle viscere della metropoli o nell'inospitale campagna.

Ho bisogno di lavorare” ringhia più che implorare Ben Richards marchiato spia del sindacato e licenziato. Per recuperare i soldi per curare la figlioletta malata di polmonite, accetta contro la volontà della moglie, di fare un provino per i giochi realistici (leggi: a diversi livelli di violenza) della megatv che come un 1984 sovraeccitato tutto vede e tutto falsifica e manipola. Il supermanager Dan Killian nota la sua rabbia e lo inserisce nel più mortale di tutti, Running Man. Avrà 30 giorni per scappare e sfuggire agli attrezzatissimi ed equipaggiatissimi “cacciatori” killer, particolarmente feroci, con la popolazione incentivata con denaro sonante a far da spia. La fuga sarà seguita il più possibile in diretta, per il tripudio di una popolazione istupidita dalle continue invenzioni della tv e dalla fame di circenses.

Ben Richards vorrebbe solo ottenere la vincita (sulla carta, a fine gioco, ingente) per curare la figlia, ma siccome comunque “la miglior merda è sempre merda”, prende coscienza della situazione e tra mille pericoli prova a ribaltare le regole a vantaggio suo e, più in generale, della ribellione che complotta per la rivoluzione.

La forza di The Running Man targato Wright, regista britannico che appena può sottolinea la sua propensione libertaria,  fortemente critica e goliardica (da L'alba dei morti dementi a La fine del mondo), sta nei momenti dinamici, fuga, scontri e scene action mentre, ahilui, il “messaggio” per quanto forzatamente lodevole si fa via via sempre più confuso con le piroette della trama. Glen Powell, oltre a mostrare un bel fisico di atleta, col sorriso sardonico e convinto nella parte conferma la sua nuova maturità rivelatasi con Hit Man di Richard Linklater, mentre Josh Brolin sfodera un trucido ghigno yankee come il cattivo che tutti amiamo odiare.

Certo che come ribelli, convinti o meno, William H. Macy e Michael Cera, non valgono (ebbene sì) i fumettistici Yaphet Kotto, Maria Conchita Alonso più i rocker Mick Fleetwood e Zweezil Zappa (una garanzia di anticonformismo di lotta e glamour) della versione precedente, meno pretenziosa, più parodistica ma anche efficace. 


 

The Running Man
Gran Bretagna, USA, 2025, 133'
Titolo originale:
id.
Regia:
Edgar Wright
Sceneggiatura:
Michael Bacall, Edgar Wright
Montaggio:
Paul Machliss
Cast:
Glen Powell, Josh Brolin, Katy O'Brian, Lee Pace, Emilia Jones, William H. Macy, Michael Cera, Karl Glusman, Jayme Lawson, Daniel Ezra
Produzione:
Complete Fiction, Genre Films, Paramount Pictures
Distribuzione:
Eagle Pictures

The Running Man è il programma televisivo più seguito al mondo: un reality show estremo in cui i concorrenti devono rispettare una sola regola per restare vivi: fuggire per 30 giorni, in diretta tv, braccati da killer professionisti, detti "Cacciatori", mentre il pubblico, incollato agli schermi, esulta a ogni esecuzione. Ben Richards è un uomo qualunque, costretto a entrare nel gioco per salvare la figlia malata...

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