Gretta e Dave si sono appena trasferiti a New York dall’Inghilterra. Sono una giovane coppia: innamorati l’uno dell’altra e della musica che scrivono. Lui ha l’opportunità di sfondare, lei lo segue con devozione e complicità, fino a quando il successo non li separa.
Una sera Gretta si esibisce per caso in un localino underground dove è notata da un discografico in declino professionale e in crisi familiare che resta folgorato dalla sua performance. La produzione di un disco en plein air, sullo sfondo di una New York protettiva nella sua folgorante bellezza, sarà per entrambi una possibilità di redenzione umana e creativa.
Tutto può cambiare, opera seconda di John Carney, è una sorta di variazione libera (a cominciare dal manifesto) sul tema di Once, suo film d’esordio. Lì la coppia di protagonisti si muoveva tra gli incroci delle strade dublinesi in una sorta di lirico elogio dei buskers, qui il contesto è quello del mondo discografico metropolitano vissuto però con lo stesso idealistico candore.
Carney mette in scena con passione la storia romantica (anche se non strettamente sentimentale) dei suoi protagonisti: costruisce personaggi a una sola dimensione e li fa muovere secondo linee narrative tanto semplici quanto efficaci, si affida al fascino evocativo della musica, gioca sul sicuro affidandosi al carisma dei suoi attori (e anche Keira Knightley, per una volta, sembra non fare danni) e a uno stereotipato gusto vintage.
Lo scenario newyorchese offre possibilità potenzialmente infinite e Carney ci si tuffa con ingenua generosità realizzando alla fine un’opera elementare a cui non giova la patina di una costruzione troppo programmata, un eccesso di levigatura che smussa il potenziale contrasto che i vaghi rimandi a È nata una stella potevano sviluppare per inseguire un lirismo zuccherino e universale.
Tutto può cambiare, in fondo, è un film-caramella che carica i toni languidi trovando più di un momento felice soprattutto grazie a Mark Ruffalo, che sfodera una masticata trasandatezza ideale per il suo personaggio. Il risultato è un film gradevole e prevedibile, che mantiene le promesse ma resta inchiodato alle premesse. Del resto, con una ragazza, una chitarra e Central Park, è molto difficile sbagliare.
Greta e Dave, fidanzati dai tempi del liceo ed entrambi cantautori, si trasferiscono a New York quando lui riceve un'offerta da un colosso dell'industria musicale. La celebrità, e le molte tentazioni che la accompagnano, fanno perdere la testa a Dave e incrinano il loro rapporto. Nella metropoli scintillante e piena di opportunità, Greta incontra Dan, un dirigente di un'etichetta musicale che assiste per caso ad una sua esibizione nell'East Village e resta subito colpito dal suo talento naturale. Intorno a questo incontro casuale prende vita la storia di due persone che si aiutano reciprocamente a cambiare nel corso di un'estate newyorchese.