The Disappearance of Eleanor Rigby ha una storia un po' travagliata alle spalle. Presentato all'ultimo Festival di Toronto come film diviso in due parti, l'una - Her - narrata dal punto di vista della protagonista femminile e l'altra - Him - da quello del protagonista maschile, non è mai arrivato sul mercato in quella forma. Le due ore più due sono state allora rimontate per dar vita a Them, la versione, certamente più proponibile per la distribuzione, che abbiamo visto qui al Certain Regard.
Dal rimpasto viene fuori un film formalmente più convenzionale rispetto alla struttura del progetto iniziale, ma che finisce per ottenere un risultato sorprendente. Grazie alla scrittura impeccabile, infatti, il film non risente del fatto di essere stato rimontato ma sembra addirittura quasi moltiplicare le voci e i punti di vista dei personaggi.
Tutto il racconto ruota intorno a un fatto che sta lì, al centro, senza quasi svelarsi allo spettatore eppure suggerendogli tutto con il suo riverberare sulla vita non solo dei due protagonisti ma di quelli che gli stanno intorno.
Eleanor, dopo aver fallito un tentativo di suicidio, cerca di sparire dalla vita di Connor, suo marito, insieme al quale non è stata in grado di superare il tragico lutto che li ha colpiti. Intorno a loro - i bravissimi Jessica Chastain e James McAvoy - una serie di personaggi di contorno che stanno piantati sulla scena, perfetti, connotati da pochi tratti netti, solidi anche grazie alla solidità di chi li interpreta: William Hurt, Isabelle Huppert, Ciarán Hinds, Viola Davis.
Come picchetti inamovibili delimitano il campo entro il quale si dimenano i due ragazzi, che rimbalzano, persi, da una sponda all'altra, incapaci di sostenere l'insostenibile; con poche battute, un bicchiere sempre i mano, le debolezze chiuse dentro un cardigan, i fallimenti custoditi sotto il registro dei conti, un cinismo ironico e spietato a velare i dubbi di una vita, ci sono loro, gli "adulti", riportati al loro ruolo dalla tragedia.
E così il film prende per mano lo spettatore come questi personaggi di contorno fanno con i due protagonisti ai quali è stata strappata la possibilità di succedere loro come natura vorrebbe. Così si entra nella dimensione tragica dell'esistenza, senza aggiungere altro, senza che dopo succeda più nulla, perché nulla può succedere là dove la tragedia ha bloccato la possibilità di esistere. Niente può più essere raccontato se non l'elaborazione della possibilità di sopravvivere, aggrappandosi alle boe che si hanno intorno.