Sébastien Marnier

L'ultima ora

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Ci sono il sole, il caldo e il sudore. C’è un professore che si getta da una finestra durante un’ora di lezione. C’è una classe, la migliore di tutta la Francia, che osserva in silenzio, senza avere più un maestro, senza una guida. C’è, infine, un supplente che si trova a rimpiazzare il professore scomparso, chiamato ad affrontare ragazzi dall’intelligenza elevata ma dai comportamenti ambigui. Da ciò nasce la ricerca di una motivazione per gli ingiustificati gesti e i comportamenti fuori luogo degli studenti. Il tutto ambientato in un paese specchio della Francia contemporanea, tra una centrale nucleare che sovrasta ogni abitazione e domina incontrastata il paesaggio, simulazioni di evacuazioni da attacchi terroristici e l’insistente questione ambientale.

L’ultima ora è costruito attorno a certi canoni, ancora oggi persistenti, del cinema thriller/horror. L’intreccio, infatti, riguarda la storia di un protagonista catapultato in una realtà che non comprende, in cerca di una risposta razionale a tutto ciò che di meno razionale gli si presenta. La scoperta e il mistero sono legati a una comunità, a un gruppo di persone fuori dalla società o nascoste al suo interno. Il film racconta l’incubo del nuovo e la scoperta di gruppi sociali inconciliabili: in questo caso semplici ragazzi, intelligenti e intransigenti, tali da conoscere e nascondere a tutti qualcosa di più grande di loro…

Sébastien Marnier pedina soprattutto l’adulto, simula il suo sguardo, e fa del suo oggetto d'indagine stupita – il gruppo dei suoi giovani allievi – il fulcro del discorso, sondando quel tipo di rapporto da sempre e per sempre inconciliabile che gli adulti instaurano in maniera anche inconsapevole nei confronti delle nuove generazioni. Questi giovani sono incomprensibili e incompresi; pur essendo “i migliori” ambiscono a diventare camerieri o cassieri, si lasciano picchiare e si picchiano fra di loro, sono disillusi e apatici, non vogliono essere difesi, sono totalmente abbandonati a un futuro che ai loro occhi non esiste neanche, un triste e amaro destino tra condizioni sociali, politiche e ambientali insostenibili.

Ed è la questione ambientale un altro dei punti cardine della storia, inusitatamente affrontata, attraverso il mistero e la scoperta, da un punto di vista “spaventato”. Il film, infatti, gioca sulla paura, non solo dello sconosciuto e di ciò che è estraneo, ma anche del futuro, della morte e della paura stessa. I ragazzi sono portatori di un messaggio, realizzato attraverso video amatoriali, di disillusione sociale e ambientale: è “l’ultima ora” che incessantemente arriverà, il declino finale, il grande suicidio di massa al quale, forse, stiamo andando in contro apaticamente.

 

L'ultima ora
Francia, 2018, 103'
Titolo originale:
L’heure de la sortie
Regia:
Sébastien Marnier
Sceneggiatura:
Elise Griffon (liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Christophe Dufossé), Sébastien Marnier
Fotografia:
Romain Carcanade
Montaggio:
Isabelle Manquillet
Musica:
Zombie Zombie
Cast:
Laurent Lafitte, Emmanuelle Bercot, Luàna Bajrami
Produzione:
2L Production, Avenue B Productions
Distribuzione:
Teodora Film

In una scuola superiore un professore si getta dalla finestra sotto gli occhi atterriti degli studenti. Il supplente chiamato a sostituirlo, Pierre, nota da subito qualcosa di strano nella sua classe: un gruppo di sei alunni, molto uniti e dotati di un’incredibile intelligenza precoce, ha un atteggiamento ostile verso chiunque e sembra stia preparando un piano misterioso. Pierre inizia a essere ossessionato da questi sei adolescenti, fino a venire risucchiato nel loro gioco sinistro…

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