Solo quattro anni fa Rachid Bouchareb presentava al Festival di Berlino London River: il film vinse diversi premi (tra cui l’Orso d’Argento per il miglior attore) e fu tra i più osannati dell’intera kermesse. Dopo quella pellicola, Bouchareb ha diretto due lungometraggi decisamente meno riusciti: il tiepido Uomini senza legge (2010) e il pessimo Just Like a Woman (2012).
Oggi, nuovamente a Berlino, Bouchareb ha confermato la sua preoccupante involuzione con La voie de l’ennemi, presentato in concorso.
Remake dichiarato di Due contro la città (1973) di José Giovanni, il film vede Forest Whitaker nei panni di un ex detenuto appena uscito da una prigione del New Mexico. Ritrovata la libertà, cercherà in tutti i modi di ridare un senso alla propria esistenza.
Rispetto alla pellicola originale, La voie de l’ennemi manca di mordente e fatica nel tentativo di adattare la vicenda ai giorni nostri. Bouchareb vorrebbe compiere una riflessione sull’odierno sistema giudiziario americano, sulla vita al confine tra Stati Uniti e Messico, sulla crudeltà del destino e persino sul senso di solitudine nella società contemporanea: il risultato è che mette troppa carne al fuoco, arrivando a banalizzare ogni ingrediente.
Girato con videocamere digitali, il film ha una buona fotografia che viene malamente sprecata da un copione sempre più scontato col passare dei minuti. Quello che rimane sono degli splendidi campi lunghi del deserto americano e una grande interpretazione di Forest Whitaker. Un po’ poco.
Decisamente più interessante, nella giornata odierna del concorso berlinese, il tedesco Jack, un dramma a misura di bambino e dal sapore neorealista, diretto da Edward Berger.