Venduto come un film dell’orrore – soprattutto perché è lui per primo a credersi un film dell’orrore – Der Nachtmahr, dell’esordiente Akiz Ikon, è in realtà qualcosa di leggermente diverso dall’horror comunemente inteso. E non solo perché non è costruito su colpi di scena a effetto e su spaventi a suon di Dolby Digital, ma soprattutto perché utilizza l’inquietudine e l’inconsistenza proprie dell’incubo (incubo che identifica il film sin dal titolo), per entrare nella psiche e nell’anima di un’adolescente (o forse di tutti gli adolescenti). Per la precisione della diciassettenne Tina, una ragazzina come tante che una sera, dopo un techno-party in piscina durante il quale sogna di morire investita da un’auto, comincia ad avere delle strane apparizioni di un mostriciattolo, deforme nelle sembianze ma innocuo nei comportamenti, e a sentirsi progressivamente sempre più connessa a lui, arrivando perfino a percepirne emozioni, paure e sofferenze.
Ikon, che prima di essere regista è pittore e scultore, plasma una creatura complessa e articolata, capace di attrarre e affascinare ma allo stesso tempo di atterrire e spaventare. Se il riferimento e l’ispirazione del film e dell’elaborazione grafica del piccolo mostro sono l’universo lynchano e, in maniera esplicita, Eraserhead (1977), l’abilità del regista è quella di non adagiarsi nel plagio ma di saper costruire una storia semplice e ordinaria dandole però i contorni di una paranoia schizofrenica e di un incubo senza fine.
Se non è (volutamente) chiaro che cosa la creatura intenda rappresentare – il demone della droga? L’incomunicabilità con il mondo dei genitori e degli adulti? Una connessione con l’aldilà (perché forse Tina è morta per davvero e non solo in sogno)? –, quello che è certo è che racconta la più universale delle esperienze. Quella del passaggio verso l’età adulta, un coming of age scandito dalla paura e dall’angoscia, un percorso verso la maturità (non è per caso che Tina, verso la fine del film, festeggia i suoi 18 anni) non privo di dolore e disseminato di ostacoli e incertezze.
Paure che hanno le sembianze di una creatura terrificante e orribile ma allo stesso tempo spaventata, indifesa e in cerca di comprensione. Proprio come sono, e come si sentono, gli adolescenti di tutto il mondo almeno una volta nella vita, anche quelli che, loro malgrado, sono diventati adulti.