Il Festival di Locarno in Piazza Grande si chiude all’insegna della grande musica con il film Respect, opera prima della regista sudafricana Liesl Tommy, che arriva al cinema dopo una solida esperienza accumulata nel campo della regia televisiva ma soprattutto teatrale. Il film è un biopic dedicato alla vita e alla carriera di Aretha Franklin, una delle più grandi artiste mondiali, definita la “regina del soul” e prima donna ad essere ammessa alla Rock & Roll Hall of Fame.
La vita di questa artista così precoce di per sé è una miniera di eventi e informazioni che attraversano il mondo della musica e anche quello della politica. Precoce nella musica e nella vita, Aretha a quattordici anni ha già due figli e il film lascia intendere in maniera indiscutibile che abbia subito delle pesanti molestie sessuali. I genitori sono per lei i personaggi cardini della sua vita. Il padre, importante pastore battista, è stato il suo primo producer e il suo circolo di amici include artisti importanti e personaggi del calibro di Martin Luther King. Uomo molto stimato e influente, era in famiglia estremamente autoritario e Aretha ha più volte violenti e dolorosi scontri con lui. La madre Barbara, musicista e cantante, muore troppo presto, quando Aretha ha solo dieci anni, lasciandole il ricordo di tanto amore ma un vuoto immenso e incolmabile.
Respect è incentrato soprattutto sulla carriera musicale di Aretha Franklin, e il suo dono di una voce straordinaria che la porterà alle più alte vette della musica. D’altronde, emergono degli aspetti della sua vita che le hanno lasciato ferite profonde. Come le due maternità in età precoce su cui il film glissa, ma che hanno prodotto dei demoni che la donna si porta dietro e che riemergeranno prepotentemente quando si trova a fare i conti con il successo. Un altro aspetto poco sviluppato è la vita sentimentale della cantante, che si intuisce turbolenta e spesso infelice, e nella quale ha certo avuto un ruolo la figura paterna, modello in negativo che inconsciamente la spingeva a cercare uomini altrettanto predominanti e cinici, come nei ricordi rimossi della piccola Aretha, che subiva le litigate furibonde e violente dei genitori. Ed è proprio la madre Barbara il fantasma ricorrente della cantante, che riemerge costantemente nei suoi momenti bui, con il suo sorriso e la promessa che le aveva fatto fare l’ultima volta che sua figlia l’ha vista viva. Una sorta di testamento d’amore in cui la donna fa promettere ad Aretha di non permettere mai a nessuno di mettersi tra lei e la musica. Ed è proprio memore di questa promessa che lei riuscirà a lasciare il marito violento, a sottrarsi alle imposizioni coercitive del padre che pretendeva di scegliere per lei le canzoni e a smettere di bere come una spugna. La sua discesa agli inferi tocca il suo apice in una bellissima sequenza visiva dove la cantante si ubriaca, piangendo disperata, con alle spalle la parete piena di dischi di platino e riconoscimenti importanti che renderebbero felici chiunque. Un ossimoro struggente di disperazione e successo dove la sofferenza interiore emerge prepotente nella sconfinata solitudine.
La regista ha messo molto sentimento in questo film, e anche un pizzico di se stessa nel cammeo di una fan che avvicina la cantante dopo un concerto per esprimerle tutta la sua gratitudine. In Respect, viene anche sottolineato l’impegno politico che la Franklin ha sempre avuto e soprattutto l’amicizia solida con Martin Luther King. Un impegno che ha ricevuto anche il grande riconoscimento da parte del presidente Obama che la invitò ad esibirsi in occasione della sua prima elezione. E sono proprio queste immagini di repertorio che concludono il film, con la cantante ormai in età avanzata eppure con gli occhi pieni di vita e la sua meravigliosa voce preservata dal passare del tempo, sempre capace di emozionare e di toccare il cuore delle persone.
Il film si lascia seguire con passione attraverso le ascese e le cadute di una grande artista ma soprattutto di una grande donna, volitiva e fragile allo stesso tempo, che gli amanti del cinema ricorderanno per sempre nella sua piccola ma significativa presenza nel mitico The Blues Brothers – I fratelli Blues…