Eddie ha da poco preso sotto la sua ala protettrice Vincent, gli ha consegnato la sua fida Balabuska, ma il ragazzo ha ancora molto da imparare: su tutto, l’understatement.
Così, allo stile morbido e suadente delle note di Eric Clapton, Vince preferisce quello sfacciato e irriverente del Warren Zevon di Werewolves of London. Così, invece di giocare di rimessa e fare il furbo, Vince diventa letteralmente Lo spaccone: vortica intorno al tavolo da biliardo mentre la cinepresa di Scorsese fa lo stesso, usa la stecca come una spada samurai, sorride canta con Zevon “his hair was perfect”, ulula di gioia e si gode un momento di puro egocentrismo e coattitudine.
Scorsese fa partire il brano nel momento in cui il montaggio stacca dal sorriso a 32 denti di Cruise al volto teso di Newman, che guida verso la pool hall temendo ciò che sa già sta per accadere: l’attacco è sull’ululato, presagio nefasto di quel che aspetta Eddoe.
Poi torna attorno al tavolo dove Vince, una volta che inizia a tirare, si produce in un delirio di sfacciata e ironica arroganza che dialoga costantemente col tappeto sonoro scelto dal regista, al tempo stesso dentro e fuori dal film, fino alla chiusura della partita con un altro ululato, finale, di vittoria, sul quale il brano di Zevon sfuma e Scorsese torna sull’atterrito Eddie.
Musica e immagini che si rispecchiano ed esaltano, fondendosi nel senso e nel sentimento.