Human Resource di Nawapol Thamrongrattanarit

focus top image

Fren, una donna thailandese sulla trentina, non cambia mai espressione, dal primo all’ultimo fotogramma. Assorbe tutto, con grande dolore il più delle volte. È incinta, anche se vuole nasconderlo al marito; subisce un persistente mobbing sul posto di lavoro, il rapporto con la madre appare non completamente felice, come quello con il marito. Fren non si scompone mai. Mai. Anche quando il marito pensa di risolvere a suo modo un problema persistente, anche quando si accorge che la nuova assunta della società dove lavora, nonostante un promettente inizio, subisce le stesse vessazioni che aveva subito June, sua collega misteriosamente scomparsa. Nawapol Thamrongrattanarit, al suo quinto film, dopo i notevoli Mary is happyDie tomorrow e Happy old year, costruisce un ritratto asettico, glaciale, perfetto come un teorema geometrico, di una coppia della media borghesia thailandese. Bangkok è irriconoscibile, grigia, uggiosa, plumbea come la quotidianità di Fern che, addetta alla risorse umane, deve cercare qualcuno che possa sostituire June. Una ricerca lunga che va di pari passo con la constatazione, disillusa e ripetuta, di tutta una serie di cardini della società thailandese: il peso delle tradizioni, quelle antiche che vedono nella donna un mero soggetto riproduttivo, destinato al fallimento sul luogo di lavoro, la violenza spesso subdola, mai esibita, dell’uomo, la sua supremazia, in particolare, appunto, quando si parla di lavoro. Il regista thailandese registra ogni atto di Fern come una lenta discesa all’inferno, dolce come il suo viso, ma inesorabile, scandita da una serie di momenti significanti. Tutto ciò con una straordinaria leggerezza di tocco, con una capacità rara di descrivere le psicologie dei personaggi, tutti, non solo quelli principali, e di far assurgere quello che comunemente chiamiamo sottotesto, a vero e proprio “testo” ricco di mille sfumature. Peccato che a differenza di Usefull ghost, l’altro grande film dell’anno thailandese, Human resource non abbia avuto l’attenzione che meritava con un’anteprima mondiale un po’ in sordina al festival di Venezia nella sezione “Orizzonti”.