Un amore autunnale è tenero e fragile, è buffo e anche un po’ patetico, è decisamente malinconico. Ha nostalgia dell’estate appena passata, ma sa di doversi preparare all’inverno, che non sarà certo romantico e appassionato, si nutre di cose meno spettacolari, anche se forse più solide, vere, oneste.
Arman è uscito già da un po’ dall’estate dei 20 anni (ne ha 33) e ha appena deciso di cominciare a correre, di smettere di fumare, di comprare una tuta sportiva per fare colpo su una ragazza incontrata per caso al parco. Anche Amélie è entrata in una nuova stagione e ha bisogno di svoltare in qualche modo. Quanto a Benjamin, ci penserà un ictus a proiettarlo verso l’inverno, dove incontrerà Katia l’ortofonista (Arman, invece, si prende perfino un’eroica coltellata).
Sébastien Betbeder dà voce a queste vite alle prese col dolore e il destino (anzi il caso), con i sogni e le illusioni, con l’arte, il cinema, la musica, lasciando che siano loro a raccontarsi. Parlano con noi i personaggi, sguardo in camera, spesso anticipando l’azione, a volte spiegando o provando a convincerci di qualcosa, ironizzando sulle proprie debolezze. L’autobiografia si sovrappone al racconto, lo accompagna o costruisce, lo smentisce, fa domande che non sempre hanno una risposta, o meglio dice e spiega cose che poi il racconto mostra sotto nuova luce.
Ci vuole un po’ perché la meccanica della messinscena lasci spazio per davvero ai personaggi e ai loro sentimenti, perché le parole acquistino un peso dentro la verbosità della sceneggiatura, perché la leggerezza esibita, sempre molto simpatica, sempre tanto intelligente, eviti di rendere la storia troppo “volatile”, oltre che esageratamente “carina”.
Ma il film cresce a vista d’occhio insieme ai suoi personaggi, ride, sorride e soffre, insegue morti e rinascite, visioni e discussioni, non fa niente per nascondere il debito con la nouvelle vague, cita Funny People di Judd Apatow e molte altre cose, perché la nostra vita si nutre di altre vite e altre storie ed è fatta di frammenti che non sempre hanno un senso una volta messi insieme.
Un film divertente ma anche amaro, che conferma il talento di Betbeder (Les nuits avec Théodore) sempre che non si innamori troppo di se stesso.