Sembra proprio che sia vero, Kaze Tichinu (The Wind Rises), il film presentato in concorso a Venezia, sarà l’ultima opera realizzata da Hayao Miyazaki. Lo ha detto alla Mostra il presidente dello studio Ghibli Koji Hashino, senza però rispondere a domande più specifiche e riservando la spiegazione dei dettagli a una conferenza stampa che il maestro terrà la prossima settimana a Tokyo.
Dobbiamo rassegnarci, “questo film imperfetto, in una cinematografica costellata di capolavori”, come è stato definito nella nostra recensione su Cineforum Web, è proprio l’ultimo. Si spiegherebbe così, forse, il perché di un protagonista così simile allo stesso Miyazaki e alle sue ossessioni, ai suoi sogni, alle sue passioni. Kaze Tichinu, abbiamo scritto, è un film che “ti cresce dentro, come se un pezzo di quel mondo ti fosse rimasto addosso”.
Un mondo che si è composto in tutti questi anni attraversando epoche, universi, colori, emozioni, dai voli di Porco Rosso ai demoni de La principessa Mononoke, dalle consegne di Kiki all’immaginifica nave volante de Il castello errante Howl, dalle scogliere di Ponyo al regno contorto e indimenticabile de La città incantata. Un inno illustrato alla libertà dell’immaginazione.