Xavier Legrand

L'erede

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Il Premio speciale per la regia e quello per la miglior opera vinti nel 2017 alla Mostra di Venezia dal primo film di Xavier Legrand, L’affido - Una storia di violenza, per il momento non sono stati premonitori o forieri di chissà quale carriera. Legrand, da bambino protagonista di Arrivederci ragazzi, è arrivato solo un anno e mezzo fa al secondo film da regista, L’erede, presentato in sordina al Festival di San Sebastian e solo ora in Italia, dirigendo nel frattempo un paio di episodi della bella serie Tout va bien

L’erede è un giallo psicologico travestito da cinema d’autore, e per questo non è né una cosa, né l’altra. Come già il film precedente di Legrand, sotto la superficie del genere (là era il legal drama) si scorge piuttosto bene l’intenzione di scavare nella psicologia dei personaggi e imbastire poco alla volta una riflessione sulla natura ferina della mascolinità.

A proposito della storia dello stilista franco-canadese Ellias Barnés, che alla vigilia della sua prima collezione riceve la notizia della morte del padre e decide di partire per il Québec nonostante avesse da tempo tagliato i ponti col genitore, il regista stesso ha parlato del peso di un trauma e dell’incapacità di affrontare il dolore. Un dolore prima fisico, dal momento che Ellias teme di aver ereditato un problema cardiaco dalla famiglia, e poi via viva sempre più figurato.

Nel passaggio da Parigi a Montréal, quando Ellias entra nella casa del padre, il film fa emergere la trama gialla fino a un punto di rottura che segna l’incontro con l’ineluttabile. La volontà di Legrand di mettere il personaggio di fronte a una scelta morale (o anche solo di pura e semplice razionalità) è tale che il film va incontro a una svolta narrativa immotivata. Scoperta infatti con orrore la vera natura del padre (o almeno un pezzo di essa), Ellias prende la decisione più autodistruttiva e insensata, facendo saltare la credibilità della trama.

Il colpo di scena poco plausibile di L’erede (che nessuna recensione svelerà mai) spinge lo spettatore a domandarsi quali siano le vere ragioni dell’autore (su quelle del personaggio la risposta è fin troppa chiara: Ellias è l’erede del padre, deve abbracciarne l’orrore…). Giustificare però le scelte come frutto di un sintomo è fin troppo facile, sia che s’invochi il destino di una tragedia greca (riferimento tirato in ballo da Legrand), sia che, per l’appunto, si parli di un trauma.

Del resto, è proprio la gratuità del mistery a rendere evidente la trama psicologica del film. In quanto figlio, Ellias vede il male come una tara e si libera della maledizione gettandola su una terza persona (qui viene in mente It Follows); in quanto artista ha già ucciso il padre all’inizio del film (firmando da neo direttore artistico una collezione che omaggia il suo mentore, ma al tempo stesso lo supera) e non fa altro che riprodurre lo stesso schema.

Se la sfilata su cui si apre il film ha la forma di una spirale, così è la vita di Ellias, avvitata su sé stessa, cerchio su cerchio, o carrello su carrello, come indicano i movimenti di macchina ripetuti più volte nel corso del film. Mentre seleziona le modelle per una campagna di moda, Ellias sostituisce una ragazza all’altra, un corpo all’altro, e così fa il padre in altri modi, dall’altra parte del mondo. Non c’è scampo all’orrore, non c’è distanza che tenga. Nemmeno quella fra film e spettatore, tanto il primo è vicino al secondo nell’offrirgli su un piatto d’argento le chiavi per aprirne il presunto mistero…


 

L'erede
Francia, Canada, Belgio, 2024, 112'
Titolo originale:
Le successeur
Regia:
Xavier Legrand
Sceneggiatura:
Xavier Legrand
Fotografia:
Nathalie Durand
Montaggio:
Yorgos Lamprinos, Julie Wuillai
Musica:
Sebastian Akchoté
Cast:
Marc-André Grondin, Yves Jacques, Laetitia Isambert-Denis, Anne-Élisabeth Bossé, Blandine Bury, Vincent Leclerc, Louis Champagne, Mireille Naggar
Produzione:
KG Productions, Metafilms, Stenola Productions, France 3 Cinéma, Radio Télévision Belge Francophone (RTBF), VOO, BE TV
Distribuzione:
Teodora Film

Ellias Barnès a trent’anni è il più acclamato stilista di Parigi. Nel momento culminante della sua carriera è costretto a tornare a Montréal per i funerali del padre. In un crescendo di suspense finirà per scoprire il terribile segreto che l’uomo nascondeva e che segnerà per sempre anche il destino di Ellias.

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