L'idea stessa del fuoritempo, quello scarto tra il presente e il futuro che vibra nella voce (off) di Vicky, e si rivela decennale giusto a un passo dalla fine, rende Millennium Mambo un oggetto filmico bigger than time. Non una semplice questione di futuro anteriore, ma l'espressione di un filmare che articola il tempo come se durasse più a lungo della somma dei suoi attimi, come se una storia fosse qualcosa di più dell'insieme di eventi, l'amore superasse la somma dei sentimenti e la vita si vivesse al di là della successione dei giorni e delle ore. Vicky percorre il tunnel al neon iniziale scandendo la memoria atavica di un cinema pensato frame by frame. Ma l'ha già superata, quella memoria, perché Hou Hsiao Hsien la pone nel cuore di un film che disarticola il melodramma: separa la fine dal dolore, la solitudine dall'angoscia, l'amore dalla delusione, il presente dal ricordo del passato. Millennium Mambo è un film che è già finito alla prima inquadratura e continua miracolosamente a sostenere il senso del filmare la vita e l'amore, l'altrove e il disamore, l'attesa e la durata. Un capolavoro assoluto, che nasce dal tempo sfinito dell'amare e del filmare.