Berlino 2015? Bastano tre nomi: Terrence Malick, Werner Herzog, Pablo Larrain.
Tre motivi più che sufficienti per fare la valigia e volare in Germania (oppure per leggere le cronache da Berlino dei nostri collaboratori). A cui potete aggiungere: il ritorno al film di fiction di Wim Wenders (a cui verrà assegnato il premio alla carriera); Peter Greenaway che evoca la lavorazione di Que viva Mexico!; Benoît Jacquot che riporta al cinema Il diario di una cameriera, entrato nella nostra immaginazione grazie alla versione bunueliana (invece di Jeanne Moreau ci sarà Léa Seydoux); Jafar Panahi in versione tassista (cine)clandestino; Anton Corbijn che racconta l'incontro tra il fotografo Dennis Stock e James Dean; Bill Condon che mette in scena un Sherlock Holmes ultranovantenne costretto a tornare al lavoro; Kenneth Branagh alle prese con Cenerentola; ma soprattutto Patricio Guzmán, con un doc che racconta i segreti (gli stermini etnici) nascosti nelle acque cilene.
Tra i titoli che vanno tenuti d'occhio, c'è chi cita il rumeno Aferim! di Radu Jude, mega-produzione atipica per il suo paese, che ha il coraggio di affrontare la questione della segregazione dei rom, girando in bianco e nero.
Per chi ancora non lo sapesse, Herzog ha messo insieme un cast in cui figurano Nicole Kidman, James Franco e Robert Pattinson (anche in Life di Corbijn). Risponde Malick con Cate Blanchett, Natalie Portman e Christian Bale. Ma siamo pronti a scommettere che i due film si faranno notare per altri motivi (più strettamente herzoghiani e malickiani). James Franco è anche al centro del film di Wenders, Everything Will Be Fine, insieme a Charlotte Gainsbourg (ma la serata d'onore per Wenders sarà dedicata a L'amico americano in versione restaurata).
In concorso anche un film d'azione di Jiang Wen, Alexey German, Olivier Hirschbiegel e altro ancora, compreso Vergine Giurata, film di Laura Bispuri ambientato in Albania, con Alba Rohrwacher, storia di una donna che diventa uomo pur di vivere libera.
Tra le curiosità, segnaliamo il visionario, lisergico, sensuale film di Guy Maddin (uno che di certo non gira “sottovoce”), The Forbidden Room, ma anche il documentario di un regista che ci lascia spesso perplessi, Walter Salles, dedicato a un regista di cui invece abbiamo amato tutti i film, uno più dell'altro, Jia Zhang-Ke.
Ah, sì, c'è anche 50 sfumature di grigio...