Lok è una trentenne regista di Macao. Sta riflettendo sulla possibilità di sposarsi con la sua compagna, Bei, nonostante lo stigma che ancora persiste in alcuni ambienti e nonostante la difficoltà nel pianificare il futuro. Per Lok è, però, anche un momento di riflessione in cui pensare alle sue precedenti relazioni. Con Choi, la ragazza ribelle a cui si era unita quando stava ancora studiando a Taiwan; prima ancora, quando viveva ancora con i suoi genitori, con Yar, fashion designer, la prima a farla riflettere sulla sua sessualità, i suoi desideri, i suoi turbamenti. Yar è l’agente scatenante nella formazione di una studentessa modello, cresciuta in una famiglia non eccessivamente rigida, ma che vuole per la figlia un percorso formativo, lavorativo e di relazioni nel solco della tradizione.
Il film diretto da Tracy Choi aveva di fronte a sé due grandi rischi: cadere nella retorica degli stereotipi della propaganda LGBTQ e incorrere in tutte le trappole del tradizionale coming of age. Girlfriends, in questo senso, inizia e finisce benissimo. Lok è un personaggio complesso, che avverte il peso della tradizione, che ama autenticamente i genitori a cui è grata, ma che non vuole limitare la sua creatività e la sua libertà. Girlfriends procede a ritroso, dal presente fino, appunto, alla prima adolescenza di Lok. I flashback si integrano bene nel tessuto narrativo. La tripartizione temporale è omogenea. Tracy Choi evita le trappole di un facile romanticismo preferendo le cesure sensoriali tra un luogo ed un altro, tra le sale da gambling old fashioned e post coloniali di Macao, e i club di Taiwan, fino alla modernità perduta della Hong Kong di oggi. Un film di perdite, di abissi sentimentali, interpretato da star del cinema di Hong Kong come Fish Liew e Jeffiner Lu fino alla giovanissima Natalie Hsu, che tendono però a nascondere il loto glamour.
Girlfriends è stato presentato in anteprima mondiale qui a Busan nella sezione “Vision”, quella che ha sostituto la storica “New currents” e verrà distribuito in molti paesi dell’area asiatica, trattandosi di una coproduzione che ha coinvolto molti paesi a partire da Taiwan, Hong Kong e Macao.