focus top image

Il nuovo film di Anshul Chauhan è stato presentato in anteprima al Festival di Busan nella sezione ‘Vision – Asia’ e si è aggiudicato l’Hylife Vision Award.

Si tratta del quarto film per il regista indiano residente in Giappone, dopo Bad Poetry Tokyo (2018) nel quale era già presente l’attore Kawaguchi Takashi che qui interpreta Tiger, Kontora (2019) e il più recente December (2022).

Il protagonista, Taiga, è un trentenne che vive a Tokyo, lavora per un’agenzia che fornisce massaggiatori per soli uomini e a un certo punto tenta anche la carriera di attore porno – proprio in quel contesto gli verrà attribuito il nome d’arte Tiger. Improvvisamente però riceve una chiamata dalla famiglia perché il padre ha gravi problemi di salute.

Chauhan, che fonda parte delle vicende di Tiger su storie vere raccolte durante gli anni nell’ambito della comunità LGBTQ+, rende il protagonista un essere in bilico tra due mondi: da un lato l’universo gay di Tokyo, dall’altra il nucleo familiare e con esso i riferimenti del passato, che siano presenti, come l’amico sposato con il quale aveva avuto una relazione e condiviso sogni, o perduti, come la madre defunta, che riappare quasi come una figura onirica nei filmini con Taiga bambino. Un segmento importante del film è quindi ambientato nella città di origine di Taiga, in quella famiglia che non è sostegno, quanto piuttosto una parte di sé respingente e con la quale fare i conti: il padre, che si ritiene in fin di vita, è dell’idea di lasciargli in eredità la casa ma solo a condizione che Taiga si sposi e abbia dei figli, la sorella, per nulla d’accordo con la decisione del genitore, minaccia il fratello di svelare la sua omosessualità. Lei stessa è una donna che vive una situazione coniugale non favorevole, con un marito che è sì un buon genitore per la piccola Kaede, ma con il quale non ha più una reale vita di coppia.

Taiga entra ed esce dai due mondi, e in entrambi deve confrontarsi con violenza o meschinità. I momenti con Kaede, la nipote, sono quelli in cui il ragazzo si sente più libero, e in più di una occasione manifesta un crescente desiderio di paternità, «so che sarei un buon padre», addirittura partecipa ad incontri mirati a trovare una compagna per un matrimonio fittizio. Kaede gli sorride, non lo giudica, con lei Taiga ammette di sentirsi finalmente felice. Purtroppo le dinamiche che regolano i due ‘universi’ non sembrano volergli consentire di trovare la collocazione che vorrebbe, di poter provare un autentico senso di appartenenza. La situazione si complica e l’alienazione aumenta.

Kawaguchi Takashi nella parte di Tiger esprime tutta la conflittualità di un personaggio complesso, coraggioso ma al tempo stesso sfuggente, in definiva non svelato, sia che rincorra l’amico per abbracciarlo, in riva al mare, in un momento di forte intensità, sia che neghi il proprio sguardo finale, nascosto da un paio di occhiali scuri, sul set di un film, con un’espressione che lo rende una figura splendida ed enigmatica.