Una troupe sta girando uno zombie movie a bassissimo budget, non B ma Z (com’era il titolo originale del film, prima che lo cambiassero per evitare ogni possibile richiamo alla guerra in corso), coloracci giallo-rossastri e lividi, una location tipo hotel abbandonato, un unico piano sequenza con macchina a mano spesso incongruente, musica elettronica cheap sopraffatta dalle grida incessanti della protagonista in short. E, mentre il regista sbraita violentemente perché esige interpretazioni più sentite e realistiche, arrivano degli autentici zombie che cominciano a far strage. Per 30 minuti. Poi, una traballante ripresa dall’alto della superstite insanguinata e titoli di coda.
Certo, c’è qualche dissonanza: tutti questi europei (Romain Duris nella parte del regista in camicia hawaiana, Bérénice Bejo in quella della truccatrice esperta di arti marziali, Matilda Luz che si esercita nell’urlo più che in Revenge) che si chiamano con nomi giapponesi, caratterizzazioni a volte surreali e più spesso goffe, un’ascia/due asce, lunghi momenti in cui la macchina da presa resta piantata di fronte al nulla e altri in cui, invece, riprende tutto da terra. Parodia di un horror a basso costo giapponese (ma a tratti anche dell’ormai defunto found footage) mescolata a sperimentazione? Genio al lavoro che sfocia in cialtroneria? In realtà Coupez!, il film di Michel Hazanavicius che ha aperto il Festival di Cannes, è il remake del cult del 2018 di Ueda Shinichiro, Zombie contro zombie. Remake letterale, con budget più sostanzioso (l’originale era praticamente un film di diploma). E, come quello, alla fine dei primi titoli di coda, stacca a “Un mese prima”, due settimane prima, un giorno prima e poi, di nuovo, alla lavorazione di un remake che, per ordine tassativo della produttrice giapponese (che sarebbe perfetta in un film di streghe e spiriti locali), deve essere girato in un’unica ripresa senza stacchi e senza possibilità di ripetizioni. Buona alla prima, insomma, con tutti gli inconvenienti del fuori campo.
Non ho visto Zombie contro zombie, ma non credo sia solo per questo che ho trovato Coupez! molto divertente. Non solo perché c’è vero amore per il cinema, anche il più scalcagnato, improbabile, demente, purché sia animato dalla voglia di farlo, di imprimere su qualche supporto immagini che trasmettono una qualche emozione allo spettatore, ma anche perché (certamente) i francesi in salsa jap aggiungono un tocco (e qualche battuta) surreale all’insieme, come la palese confusione e maldestrezza degli attori del film nel film. E qui davvero la parodia si mescola al remake. Coupez! non è dalle parti di The Artist, ma piuttosto da quelle dei due film di OSS 117 con Jean Dujardin, dove Hazanavicius si diverte (con molto spirito e intelligenza) senza prendersi troppo sul serio e riesce davvero a resuscitare l’anima pop del cinema e una complicità intelligente con gli spettatori. Senza dimenticare Godard e quegli effetti di “straniamento” che potrebbero parere tanto teorici e invece capita a volte che siano solo accidentali.