Il film dimenticato di De Palma; il film dei “poteva essere”. Perché visto dopo – dopo i capolavori che sarebbero arrivati – non è difficile intravedere, un po' acerbi (siamo nel '72) e un po' devitalizzati, i tratti distintivi di una filmografia. C'è lo split screen in apertura, e ce n'è un secondo, apparente e mancato, con una ripresa dall'alto in cui a dividere lo schermo ci pensa un muro: da una parte una riunione, dall'altra un momento passionale; c'è il lungo piano sequenza, nell'appartamento senza porte di Donald e Paula; c'è un primo pensiero a un certo modo di usare gli spazi interni (soprattutto gli uffici) che caratterizzerà poi altri film. Non manca nemmeno un approccio più malinconico, con alcune riprese aeree che associano le mura domestiche del protagonista alla gabbia (perché no, di un coniglio) di una società che obbliga alla frenesia. Eppure Conosci il tuo coniglio non è altro che una semplice commedia, spiritosa e leggera, impreziosita da un Orson Welles che insegna il tip tap e ruzzola giù dal palco dentro un enorme sacco dorato. Un genere, la commedia, che come dimostreranno Home Movies, Cadaveri e compari o Il falò delle vanità a De Palma non è mai stato troppo congeniale. Anche se poi le ragioni del fallimento e dell'oblio (e del finale stravolto) sono da ricercare, più che nell'inesperienza, nel difficile rapporto del regista con la grande Hollywood (nello specifico, la Warner), che lo cercò dopo il successo di Oggi, sposi ma si rivelò per lui uno scoglio, un “mostro” che lega le mani alla creatività.