Mettiamo subito in chiaro una cosa: Nicolas Cage non ha intenzione di smettere, anzi. L’attore americano, alla conferenza stampa di Joe, il film di David Gordon Green di cui è l’interprete principale, non si schermisce di fronte a chi gli domanda se al pari di altri suoi colleghi, come Di Caprio o Johnny Depp (che hanno dichiarato di essere stanchi di fare cinema), non stia meditando il ritiro dalle scene: «Sono 35 anni che faccio questo mestiere e mi piace ancora, non ho intenzione di smettere, è quello di cui sono fatto e credo che vorrò continuare a farlo ancora per un po’. Francamente non mi ci vedo seduto a bordo piscina mentre sorseggio un cocktail senza fare nulla!».
Nel film di Green, Cage interpreta Joe, un antieroe che vive secondo una legge morale tutta sua e seguendo le proprie regole, un personaggio tragico che echeggia i grandi protagonisti del western americano, cosa che il regista non nasconde: «Mi è sempre piaciuto esplorare l’universo maschile e le caratteristiche più contraddittorie dell’essere uomo, inteso come maschio. In quest’opera sono riuscito a farlo molto più che nei miei film precedenti. Il personaggio di Joe suscita in me una grande ammirazione, e il fatto che cerchiamo di raccontarne le debolezze in modo schietto, proprio come avviene nel libro da cui il film è tratto (di Larry Brown, NdR), alla fine credo che spinga ad avere rispetto per quelle stesse debolezze che il personaggio mostra. È un po’ come in alcuni film western e in fondo è a quel tipo di immaginario che abbiamo cercato di ispirarci».
Cage, cha stima molto Green, lo definisce una sorta di compositore, un regista che gira «come sotto l’influsso della musica», ha creduto molto nel personaggio di Joe e ha preparato la parte con grande dovizia, per un anno intero: «Per me recitare è qualcosa di estremamente serio, non mi piace nemmeno chiamare il mestiere che faccio “recitare”, mi suona un po’ come imbrogliare, preferisco dire che interpreto i miei personaggi e se per prepararmi devo metterci del tempo, va benissimo, mi piace!».
Il regista ha ricambiato i complimenti dicendo che girare con un “gigante” come Nicolas Cage è stato emozionante per lui e per tutta la troupe. Entrambi poi ci hanno tenuto ad omaggiare Gale Porter, l’interprete dello sgradevole personaggio del padre del ragazzino protagonista del film: «Non era un attore professionista, ma era un uomo di grande sensibilità e intelligenza, ha dato un tocco di onestà alla storia, è un vero peccato che se ne sia andato. Aveva una di quelle facce che sembrano uscite dai film western di una volta». Cage, ricordando che è stato un duro colpo per tutti, ha aggiunto: «Mentre recitavo continuavo a guardarlo e più lo guardavo più mi sembrava di essere sul set con Richard Farnsworth».
(foto Ninni)