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Classifiche, liste, top 10, partendo da uno spunto attuale e ripercorrendo la storia del cinema. Cineforum inaugura una nuova rubrica, La decade prodigiosa.

 

The Brutalist ci racconta la dolorosa integrità di un architetto nel perseguire il senso della sua opera a dispetto della Storia, delle circostanze e persino dei suoi limiti caratteriali. Nella cospicua categoria dei progettisti narrati dal grande schermo, abbiamo scelto 10 altri suoi più o meno onorevoli colleghi... tutti rigorosamente fiction (comunque le videoteche sono colme di ritratti e biografie di maestri progettisti o designer, vedi, citando tra i più recenti My Architect, Antonio Gaudi, Aalto, Tokyo Ride)

 

1) La fonte meravigliosa (1949) di King Vidor, con Gary Cooper, Patricia Neal, Raymond Massey. Non si svendono i sogni. Pur di non venire meno ai suoi principi modernisti, l'architetto Howard Roark (in cui non è difficile cogliere riferimenti a Frank Lloyd Wright) molla tutto e va a lavorare in una cava di marmo. Avrà la rivincita: una seconda occasione, con processo in tribunale allegato e un nemico/amico/nemico sposato, guarda caso, proprio col grande amore di Roark. Da un romanzo di Ayn Rand, cui il grande Vidor dona uno stile melodrammatico e meravigliosamente enfatico.

2) A Venezia un dicembre rosso shocking  (1973) di Nicolas Roeg, con Donald Sutherland, Julie Christie. Con la scusa di sovrintendere al restauro di una chiesa, John Baxter e la depressa moglie Laura giungono a Venezia, sperando di alleviare il dolore per la morte recente  della figlia Christine. Tra sensitive cieche, atmosfere umide e torve, un maniaco omicida, John intravede una figurina bionda con lo stesso impermeabile rosso della piccola. Suggestione o apparizione? Uno psicho-horror splendidamente orchestrato.

3) La tigre di Eschnapur (1959) di Fritz Lang, con Debra Paget, Paul Hubschmid. Invitato dal marajah Chandra a rimodernare il suo palazzo, l'architetto tedesco Harald Berger si innamora di una danzatrice ambita contemporaneamente dal suo committente. Si infilerà in una labirintica vicenda che avrà la sua fine nel successivo Il sepolcro indiano. Lang tornato in patria riprende un suo vecchio soggetto del 1921 e realizza un “salgariano” film di avventure piaciuto più al pubblico di allora che alla critica.

4) Jungle Fever (1991)  di Spike Lee, con Wesley Snipes, Annabella Sciorra. Padre, marito, agiato e affermato architetto, ma c'è un ma: Flipper Purify è un nero e ha il torto di innamorarsi di una segretaria italo americana. E anche nella democratica e cosmopolita New York queste cose si pagano. E care. Spike Lee affronta di petto gli stereotipi razziali e la piaga della droga e premette: “tutto ciò che ho sono domande”, suscitando lo stesso uno scandalo a 360 gradi.

5) Megalopolis (2024) di Francis Ford Coppola, con Adam Driver, Nathalie Emmanuel. A New Rome, Cesar Catilina è molto di più di un inventore e progettista. È una sorta di idolo della debosciata e decadente metropoli, semidio idolatrato e odiato in egual misura. Lui vorrebbe ricostruire l'urbe con il suo rivoluzionario materiale Megalon, il suo oppositore, il sindaco Francis Cicero, preferirebbe un più remunerativo casinò. Giochi di potere, sensi di colpa, invidie e passioni amorose in una strabordante favola filosofica (nei pregi e nei difetti).

6) Il ventre dell'architetto (1987) di Peter Greenaway, con  Brian Dennehy, Chloe Webb. Chiamato a Roma per organizzare una mostra sul visionario collega settecentesco Etienne-Louis Boullée, Stourley Kracklite scopre di avere un cancro terminale, sprofondando così in un maniacale delirio che provocherà la reazione della moglie incinta e del suo amante mestatore. Un allestimento ideato dal famoso architetto Costantino Dardi, per un divertissement acido, grottesco e “tassonomico”, nello stile dell'autore del celebre ed enigmatico I misteri del giardino di Compton House.

7) Thermae Roma (2012) di Hideki Takeuchi, con Hiroshi Abe, Aya Ueto. Lucius Modestus progetta terme ma la sua fama nella Roma di Adriano sta declinando. Un giorno precipita in uno strano gorgo e finisce in un albergo diurno del Giappone contemporaneo. Superato lo sconcerto, scopre invenzioni che gli saranno utili quando ritornerà... sì perché per lui la porta del tempo sarà sempre aperta. Girato a Cinecittà, con una star nipponica dai capelli arricciati, un film esilarante nella sua assurdità, tanto che due anni dopo faranno un sequel.

8) L'inferno di cristallo (1974) di John Guillermin e Irwin Allen, con Steve McQueen, Paul Newman. All'inaugurazione del grattacielo più alto del mondo, il progettista Doug Roberts si accorge che “qualcosa” non va. Infatti un cortocrcuito ai piani alti provocherà un incendio devastante con conseguente catastrofica strage. Fortunatamente il capitano dei pompieri, Mike O'Halloran, alla fine l'avrà vinta sul terrificante rogo. Uno dei kolossal tipici dell'epoca con supercast (e Fred Astaire vinse il Golden Globe), megaincassi e tre Oscar (fotografia, montaggio e canzone).

9) Il giustiziere della notte (1974) di Michael Winner, con Charles Bronson, Hope Lange. La vendetta del borghese. Dopo che gli hanno ucciso la moglie, stuprato e fatto impazzire la figlia, l'un tempo pacioso architetto Paul Kersey, con una pistola non dichiarata, si trasforma in un giustiziere assassino che gira per la New York notturna, cercando i colpevoli e intanto eliminando la feccia che gli capita a tiro. Il problema è anche che forse ci prende gusto (4 i sequel con successo decrescente). A suo modo capostipite di un filone.

10) Trappola d'amore (1994) di Mark Rydell, con Richard Gere, Sharon Stone. Sposi e colleghi, i coniugi Eastman stanno vivendo una grossa crisi sentimentale. Lo stressato Vincent si imbatte in una affascinante giornalista, si innamora e capisce che il suo matrimonio è finito, nonostante il fascino dell'algida moglie Sally e l'affetto per la figlia Meghan. Ma il destino sarà cinico e baro. Remake del francese L'amante di Claude Sautet (molto più coinvolgente), un flop terrificante al botteghino nonostante il glamour dei due protagonisti.