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Ripercorriamo una piccolissima parte della lunghissima carriera di Claudia Cardinale (oltre 150 film, più non accreditati e spezzoni antologici, 7 cortometraggi, 22 interpretazioni televisive, 37 documentari) con un accorgimento: a parlarne è lei in persona o i registi che l'hanno diretta.

 

I SOLITI IGNOTI (1958) di Mario Monicelli

"La Cardinale era una debuttante. Aveva 18 anni. Veniva da Tunisi senza sapere una parola di italiano. Timida, bellissima. Non sapevamo che era al secondo mese di gravidanza. L'ho voluta subito vedendo le sue fotografie alla Vides. E risultò una siciliana perfetta con quei suoi occhi neri e l'aria timorata. Cristaldi le fece subito un contratto di sette anni e si innamorò di lei."

(Mario Monicelli,da La commedia umana, di Sebastiano Mondadori, il Saggiatore)

UN MALEDETTO IMBROGLIO (1959) di Pietro Germi

"Germi è stato il primo che mi ha insegnato che cos'era veramente la recitazione (...) mi si è messo vicino, durante la lavorazione del film, e mi ha spiegato, scena per scena, cosa significava, cosa dovevo esprimere (...) Per la prima volta, con Pietro Germi, mi sono sentita a mio agio davanti alla macchina da presa, ho cominciato a capire che potevo fare tutt'uno con quell'occhio fisso su di me (...) Ho cominciato a vivere la cinepresa nel ruolo di un'amica, la mia complice."

(da Io Claudia-Tu Claudia, di C.C. E Anna Maria Mori, Frassinelli) 

IL GATTOPARDO (1963) di Luchino Visconti

"Visconti era un uomo di una cultura immensa, potevi parlare di tutto da Sanremo al teatro. Io ho avuto un grande privilegio, lui mi voleva molto bene e viaggiavamo tanto insieme. Con lui la preparazione di un film era come a teatro, si lavorava intorno ad un tavolo senza tecnici. Poi quando tutto era pronto, come a teatro si andava in scena e si recitava. Luchino controllava tutto persino il trucco. Siccome all’epoca del film non si lavavano molto i capelli, lui controllava se me li ero lavati perchè non dovevo farlo, anche se ce li avevo molto lunghi. Lui è stato un grande maestro per me."

(Claudia Cardinale  da Cinemio)

"Mi ha insegnato a guidare, e a non farmi guidare ciecamente dal corpo. Mi ha restituito, se così posso dire, uno sguardo, il sorriso." (da Io Claudia-Tu Claudia, cit.)  

C'ERA UNA VOLTA IL WEST (1968) di Sergio Leone

"Era il primo giorno di riprese del film a Cinecittà, dunque la prima volta che mi trovavo a recitare accanto a Henry Fonda. Sergio, quasi sadicamente, ebbe l’idea di radunare per l’occasione una conferenza stampa sul set. Ricordo il mio imbarazzo spaventoso, il panico di effusioni amorose con un attore che per me era un mostro sacro... E il tutto con gli occhi dei giornalisti piantati addosso, e per di più lo sguardo della moglie di Fonda in prima fila, seduta vicino alla macchina da presa. Un incubo."

(Intervista da  La Repubblica, 4 luglio 1995)

"Sergio per me è stato un grande, che mi ha regalato un personaggio come Jill che ancora adesso io posso andare nei posti più remoti, nelle isole più sperdute e tutti hanno visto C'era una volta il West (…) Non vorrei offendervi ma lui vuole dimostrare che “la donna è più forte dell'uomo (...) Jill è proprio il personaggio che decide e capisce tutto."

(da Sergio Leone - The Way I See Things, documentario di Giulio Reale)

IL GIORNO DELLA CIVETTA (1968) di Damiano Damiani

"A una psicologia, Leonardo Sciascia attribuisce sempre un comportamento più che una riflessione interna. Quindi ha una base visiva importante, una grande semplicità di struttura e non fa romanzi lunghi, tutte qualità adattissime alla trasposizione cinematografica. Rispetto al libro c'era qualche cambiamento sostanziale, si era evidenziata una parte femminile che interpretò Claudia Cardinale. Una donna affascinante, deliziosa."

(Damiano Damiani, da Il cinema italiano d'oggi, di Franca Faldini & Goffredo Fofi, Mondadori)

CERTO, CERTISSIMO, ANZI PROBABILE (1969) di Marcello Fondato

"Era una commedia, un genere che non appartiene molto al mio temperamento. Il soggetto era piuttosto divertente, vagamente femminista ed ebbe un grandissimo successo. Anche l'accostamento di noi due attrici. Poi era anche ironico, io ironizzavo sulla mia voce. Conoscevo Marcello Fondato dal tempo in cui era sceneggiatore. Passò alla regia proprio con questo film. C'era Catherine Spaak, una ragazza molto carina, una charmeuse, una che come compagna di lavoro ti incanta con la sua dolcezza. Io amo molto lavorare in film dove ci siano altre attrici importanti."

(Claudia Cardinale, da Il cinema italiano d'oggi, cit.)

L'UDIENZA (1972) di Marco Ferreri

"Con Ferreri sembrava tutto un divertimento. Almeno, ai tempi dell'Udienza era così. Rideva, sghignazzava, scherzava, sdrammatizzava tutto, anche le scene più drammatiche. Però, poi uno andava in proiezione e, anche se aveva l'impressione di aver forse riso, si accorgeva che stava piangendo. (…) Ricordo il nostro primo incontro. Marco è un timido. Io sono entrata in sala trucco e dopo un po' è entrato lui. Per un pezzo siamo andati avanti a osservarci senza darcelo a vedere, quando io lo guardavo lui girava gli occhi dall'altra parte e altrettanto facevo io quando mi sentivo guardata. Girare con lui era una specie di gioco, un grande gioco."

(Claudia Cardinale da Il cinema italiano d'oggi, cit.)

I GUAPPI (1974) di Pasquale Squitieri

"Ho incontrato Pasquale per caso. Dovevo fare il suo film  I guappi. Non ci conoscevamo ma appena l'ho visto ho pensato che avebbe cambiato la mia esistenza. (…) Questo rapporto è stato sottoposto a un bersagliamento ignobile (…) la stampa si lanciò nelle illazioni più sordide che hanno influito anche sul nostro lavoro: per tre anni io e Pasquale siamo stati emarginati, non abbiamo girato nulla (...)

Con Pasquale, sul set, mi sento molto a mio agio anche se io vengo da un cinema in cui si raccontava con gli attori mentre lui, come i suoi colleghi post '68, ama raccontare con la macchina da presa. Mi piace il suo modo di essere esigente con gli interpreti e con la troupe in generale: E anche se a volte possiamo non concordare su alcuni punti preferisco questo suo tipo di atteggiamento a quello dei registi a cui va tutto bene, qualsiasi cosa uno faccia. Diffido molto di quel tipo di registi, proprio non mi vanno."

(Claudia Cardinale, da Il cinema italiano d'oggi, cit.)

LIBERA, AMORE MIO (1975) di Mauro Bolognini

"Ho realizzato il film per un'attrice che amo: Claudia Cardinale. Nella mia vita di regista ho amato profondamente tre attrici: Silvana Mangano, Lucia Bosè e Claudia. Avevo dunque fatto il film sforzandomi di trovare una innocenza: volevo liberarmi da tutti i trucchi che inevitabilmente si imparano con anni di mestiere. La storia, la semplice storia di una donna durante la guerra non li ammetteva, non consentiva queste scorie. Ho fatto tutto il possibile per ritrovare questa semplicità di forma (...) il film fu poi anche bloccato e dopo sparì, non so bene perchè. Un lavoro che mi ha dato tante amarezze. L'unica soddisfazione fu uno stupendo telegramma di Visconti che diceva: “Sento il bisogno irresistibile di dirti quanto mi sia piaciuto e quanto lo trovi bello impegnato forte valido stop. (…) Non c'è bisogno di aggiungere la perfettissima ambientazione di Piero (Tosi, n.d.r.) come sempre meraviglioso e l'interpretazione di Claudia di primissimo ordine come non l'ho mai veduta stop. Sono veramente entusiasta e commosso di questo tuo lavoro”."

(Mauro Bolognini, da Il cinema italiano d'oggi, cit.)

FITZCARRALDO (1982) di Werner Herzog

"Su quel set è successo veramente di tutto [...] Ci si chiedeva ogni giorno se saremmo riusciti a girare (…) Più che un film una specie di lotta per sopravvivere, una lotta contro il caldo terrificante, contro le mille difficoltà per girare in un posto fuori dal mondo."

(da Io Claudia-tu Claudia, cit.)