Hai un bel dire che tutti ti guardano con curiosità e quasi ammirazione quando dici che sei nato il 29 febbraio. In realtà ti guardano come una bestia rara. E tu provi a dire che rimarrai sempre giovane perché anche a ottanta anni avrai celebrato solo venti compleanni. Resta il fatto che il tuo giorno di nascita è una discreta seccatura. Innanzitutto per tre volte su quattro i tuoi amici non sanno mai quando farti gli auguri. Il 28 febbraio no perché il giorno prima porta male. Il primo marzo no, perché come si dice, “passata la festa, gabbato lo santo”. E poi prova tu a cercare il 29 febbraio nei menù a tendina. Oppure prova a rinnovare la carta d'identità.
Questa lista di film serve a celebrare quei personaggi (registi, attori, attrici, ma pure un montatore) che nonostante l'handicap dell'anno bisestile sono riusciti a farsi un nome nel mondo del cinema.
1) Ali (William Wellman, 1927). Di lui si ricordano soprattutto Nemico pubblico, È' nata una stella, Alba fatale, ma Wings è davvero un film speciale. E non solo perché Wellman (Brookline, Massachusetts, 29 febbraio 1886) il pilota di guerra l'aveva fatto davvero nei Lafayette Flying Corps della Legione straniera, ma soprattutto perché questo è il primo Oscar come miglior film della storia del cinema. Ed è anche l'unico film muto a riuscire nell'impresa. E poi c'è un Gary Cooper giovane giovane.
2) Il porto delle nebbie (Marcel Carné, 1938). Nonostante tutte le apparenze il film non è tratto dal romanzo di Simenon che in originale era Le port des brumes. Questo di Carné è Le quai des brumes ed è tratto sì da un romanzo, ma di Pierre Mac Orlan, mentre la sceneggiatura è di Jacques Prevert. La battuta rimasta nella memoria di tutti la pronuncia Gabin quando a un certo punto dice: “T'as des beaux yeux, tu sais?”. Gli occhi in questione sono quelli di Michèle Morgan (Neuilly-sur-Seine, 29 febbraio 1920).
3) Così vinsi la guerra (Elliott Nugent, 1944). Il foursome nel golf è una sfida tra due coppie di giocatori con i membri di ogni coppia che si alternano al momento di colpire. Nelle categorie di PornHub, invece, il foursome è qualunque situazione che preveda quattro persone in attività ludico-ginniche, quindi spesso (ma non necessariamente) è l'equivalente di uno scambio di coppie. Qui abbiamo una situazione vagamente simile dato che c'è l'ipocondriaco Danny (Danny Kaye) che ama Virginia che in realtà ama Joe che è fidanzato con Mary la quale, finalmente, è innamorata di Danny. Mary è Dinah Shore (Winchester, 29 febbraio 1916) probabilmente più famosa come cantante e animatrice radiofonica, ma qui con un ruolo da protagonista. Detto per inciso, Dinah Shore è stata anche una seria giocatrice di golf e, in virtù del suo impegno per la diffusione del golf professionistico femminile, ha meritato di entrare nella World Golf Hall of Fame.
4) Cabaret (Bob Fosse, 1972). Questo film non è tratto da un romanzo, ma da una serie di storie scritte da Christopher Isherwood. Inevitabile quindi che la sceneggiatura salti qua e là tra le vicende della cantante Sally Bowles, (inarrivabile Liza Minnelli), dello studente Brian Roberts (Michael York), dell'algida Natalia (Marisa Berenson), del presentatore del cabaret (sublime Joel Grey). Senza contare che ci sono le parti musicali e quelle non e che siamo nel 1931 in una Repubblica di Weimar in cui già s'intravedono i primi segni dell'arrivo del nazismo. E per tenere assieme tutte cose ci vuole un montatore bravo, uno che abbia del ritmo, uno che abbia lavorato con Walsh, con Cukor, con Frankenheimer, con Minnelli (Vincente). Si chiama David Bretherton (Los Angeles, 29 febbraio 1924) e con questo lavoro si porta a casa l'Oscar.
5) Le lacrime amare di Petra von Kant (Reiner Werner Fassbinder, 1972). Di film con Fassbinder, Margit Carstensen (Kiel, 29 febbraio 1940) ne ha fatti almeno una dozzina. Tra questi, io ho un debole per Il mondo sul filo (1973), un tv-movie a metà fra Truman Show e Matrix, girato con un quarto di secolo di anticipo. D'altra parte è innegabile che, quando pensiamo a Carstensen, il primo ruolo che viene in mente è quello di Petra von Kant. Con le sue lacrime e le sue parrucche.
6) Cognome e nome: Lacombe Lucien (Louis Malle, 1974). Pierre Blaise (Moissac, 29 febbraio 1952) è un vero e proprio leaper: questo è il nome che in inglese viene dato alle persone nate in quel giorno a partire dal fatto che in quella lingua “anno bisestile” si dice “leap year”. Blaise è un leaper perché è uno strano, uno che non c'entra, uno che ha fatto quattro film in tutto, in una parola: un boscaiolo. Louis Malle aveva bisogno di un volto nuovo per raccontare la storia di un ragazzetto diventato collaborazionista a sua insaputa. E la scelta è caduta sull'ex-boscaiolo Blaise Pierre. Cognome e nome. Ancora tre film (uno di questi è Per le antiche scale, Mauro Bolognini, 1975) e poi l'incidente fatale con la moto.
7) Manhunter (Michael Mann, 1986). Dennis Farina (Chicago, 29 febbraio 1944) è un second fiddle, un caratterista, un attore di secondo piano. Non c'è niente da dire. Eppure quando vi fissate sulla sua faccia vi rendete conto di averlo visto lavorare per un mucchio di registi. Andrew Davis, Carl Reiner, Barry Sonnenfeld, Steven Spielberg, tra gli altri. Un po' come quando comprate una macchina color aragosta e di lì in poi scoprite che le strade sono piene di macchine color aragosta. Manhunter è anche il primo film in cui io ricordi di aver visto usare un cellulare. Ma potrei sbagliarmi.
8) La teta y la luna (Bigas Luna, 1994). La carriera di Bigas Luna è fatta di alti e bassi. Film folgoranti (Caniche, 1979), assieme a delusioni irredimibili (Bambola, 1996). Qui stiamo a metà. Estrellita e Maurice sono marito e moglie. Lei, quella con le grandi tette, è Matilda May, ballerina spagnola. Lui è Gérard Darmon (Parigi, 29 febbraio 1948), francese e artista petomane. Con la particolarità che quel che eccita sessualmente Estrellita è la puzza dei piedi di Maurice. Bigas Luna non sarà il più grande regista del cinema spagnolo, ma in quanto a feticismo è secondo solo a Buñuel.
9) Blue Eyed Sailor (Juan Azulay, 2012). Mia Maestro è una cantante e attrice argentina. In questo video dà prova di un esasperato camaleontismo. Nel senso che i suoi abiti, il trucco, le angolazioni sono tutti pensati per far sì che il suo corpo venga assorbito dalla scenografia. Le angolazioni, il make up e i costumi li ha pensati Juan Azulay (Buenos Aires, 29 febbraio 1972), uno che ha lavorato anche con Lydia Lunch, The Cult e Sigur Rós. Per dire.
10) 120 battiti al minuto (Robin Campillo, 2017). Arnaud Valois (Lione, 29 febbraio 1974) aveva già lavorato con Garcia, Techiné e Balasko. Tutti ruoli non esattamente di primo piano. Qui, in questa storia che rievoca l'azione di sensibilizzazione sull'AIDS da parte del gruppo Act Up-Paris, è invece meritatamente protagonista. Se ve lo ricordate e se vi è piaciuta la sua interpretazione, adesso sapete anche quando fargli gli auguri di compleanno. Ma non tutti gli anni.
P. S. In questa lista ho dovuto scartare Joss Ackland, Antonella Ponziani, Alex Rocco, Yoshio Harada, Harvey Jason, Alexander Khochinsky, il clarinettsta Jimmy Dorsey e la spogliarellista Tempest Storm. Per un attimo ho avuto la tentazione di inserire Rossini! Rossini! di Monicelli. Il celebre compositore è effettivamente nato a Pesaro il 29 febbraio 1792, ma è anche morto nel 1868 e i suoi legami col cinema sono forzatamente un po' labili.