Come andare da un attore diventato regista una volta soltanto, a un regista a cui piaceva molto lavorare come attore...
Primo grado
Nel 1955 l’attore inglese Charles Laughton dirige il suo primo e unico film da regista: La morte corre sul fiume. Sceneggiato dal commediografo James Agee, il film racconta la storia di due bambini in fuga da un folle predicatore (interpretato da Robert Mitchum, con la mitica distinzione fra “Love” e “Hate” sulle nocche delle due mani…) a caccia della refurtiva di una rapina. Fiaba nera e racconto on the road dai tratti psicanalitici, La morte corre sul fiume è un capolavoro espressionista e visionario, unanimemente considerato fra i più grandi film della storia del cinema.
Secondo grado
Due anni dopo La morte corre sul fiume, Laughton, che sarebbe morto nel 1962 a soli 63 anni, si cimenta in una delle prove migliori della sua carriera: quella dell’avvocato Sir Wilfrid Roberts in Testimone d’accusa di Billy Wilder. Il film segna anche una delle vette artistiche di Wilder, perfettamente a proprio agio con la trama gialla del testo di Agatha Christie e con l’ambientazione inglese del film.
Terzo grado
Con l’Europa ha a che fare anche un altro film di Wilder, Sabrina (1954), in cui la giovane figlia dell’autista dei Larrabee, la famiglia di miliardari protagonista del film, viene mandata a studiare a Parigi. Partita ragazzina, Sabrina torno a casa come una donna affascinante e seducente, che ovviamente ha il volto sbarazzino e il sorriso irresistibile di Audrey Hepburn. Di lei si innamoreranno i due fratelli Larrabbee, il playboy David (William Holden) e il rigido, pragmatico Linus, e sarà quest’ultimo, interpretato da Humphrey Bogart, a spuntarla.
Quarto grado
L’anno successivo a Sabrina, Bogart (che sul set ebbe non pochi problemi relazionali con la Hepburn e Holden) veste i panni per lui ancora meno abituali di quelli del burbero miliardario che scopre di avere un cuore da romantico: quelli del prete. Nel dramma di Edward Dmytrik La mano sinistra di Dio (1955), Bogart è in realtà un pilota americano caduto prigioniero di un generale cinese, che riesce a liberarsi travestendosi da missionario. Finisce pure in una missione a rischio smantellamento, ma riesce a salvare il villaggio e a trovare l’amore (una volta rivelato il travestimento, ovviamente).
Quinto grado
L’oggetto d’amore dell’aviatore-missionario è niente meno che Gene Tierney, l’algida, fragile, bellissima “diva fragile” a cui recentemente Lab80 ha dedicato un omaggio distribuendo quattro dei suoi film più famosi: Il fantasma e la signora Muir, Femmina folle, Il cielo può attendere e soprattutto Vertigine (1944), dove la Tierney interpreta l’indimenticabile figura di Laura (figura che dà il titolo originale al film), direttrice pubblicitaria barbaramente uccisa e la cui vita viene raccontata in uno dei più misteriosi e complessi flashback del noir americano.
Sesto grado
Regista di Vertigine è ovviamente il grande Otto Preminger, che nella sua lunga carriera ha lavorato anche come attore. Con Billy Wilder, ad esempio, volendo creare un sotto grado di relazione, interpretò il sadico direttore del campo di prigionia di Stalag 17 (1953), mentre negli anni ’60 lavorò anche in televisione, in particolare per la serie Batman, nella quale – non molti forse lo sapranno – vestiva i panni di Mr Freeze, lo scienziato pazzo e acerrimo nemico dell’uomo-pipistrello che deve indossare una tuta criogenica per sopravvivere.