A Cineforum si contiua a giocare! Questa volta si parte da dall'esordio cinematografico di Robin Williams per arrivare a La febbre del sabato sera passando per Mad Max, Quei bravi ragazzi e pure il discusso film vincitore dell'ultimo Festival di Cannes, I, Daniel Blake di Ken Loach.
Primo grado
Anno di E.T., Rambo, Tootsie e Ufficiale e gentiluomo, il 1982 è anche l'anno di un piccolo grande cult che, a causa dell'insuccesso in patria, in Italia arriva con sette anni di ritardo: Il mondo secondo Garp, diretto da George Roy Hill. Tratto da un romanzo di John Irving, si tratta della prima interpretazione drammatica di una star della televisione, Robin Williams, entrato nella memoria collettiva nei panni dell'alieno Mork e protagonista, oltre naturalmente al celeberrimo L'attimo fuggente, anche di un film ingiustamente sfortunato come Popeye – Braccio di ferro di Robert Altman.
Secondo grado
Nel cast de Il mondo secondo Garp, oltre a una giovane Glenn Close nel ruolo dell'ingombrante madre del protagonista (e candidata all'Oscar per quest'interpretazione), compariva anche John Lithgow nell'insolita parte del transessuale Roberta Muldoon. Lithgow si ricorda come uno dei volti-feticcio di Brian De Palma (Complesso di colpa, Blow Out, Doppia personalità), ma come dimenticare la sua partecipazione al quarto segmento del film Ai confini della realtà (1983), nei panni di uno dei terrorizzati passeggeri di un velivolo i cui motori sembrano venire danneggaiti da un mostro? Scritto da Richard Matheson, rifacimento di un episodio del classico televisivo, il segmento è diretto da George Miller.
Terzo grado
Noto per aver diretto la tetralogia di Mad Max (il cui quarto capitolo, Fury Road, resta uno dei migliori film dello scorso anno) George Miller è stato scelto come Presidente della giuria della 69a edizione del Festival di Cannes, che ha assegnato la Palma d'Oro a I, Daniel Blake. È la seconda che l'inglese Ken Loach si porta a casa, dieci anni dopo Il vento che accarezza l'erba, anche se il premio è stato non poco discusso e gran parte della critica internazionale ha apertamente dimostrato la propria delusione.
Quarto grado
Ken Loach, che avrebbe poi diretto film come Family Life e di Piovono pietre, esordì nel 1967 con Poor Cow, la storia di una giovane madre (la sfortunata Carol White) costretta ad affrontare vicissitudini difficili e dolorose (come l'unione con un marito violento che finisce in galera e seguire l'amore per un altro uomo, anch'egli arrestato per furto). Il Sessantotto è lì da venire e il film mostra di aver raccolto la lezione del Free Cinema che aveva dato voce alle inquietudini giovanili dell'Inghilterra degli anni Sessanta. Non a caso, in una scena, Dave (Terence Stamp) intona alla chitarra "Colors" di Donovan, autore della colonna sonora.
Quinto grado
Dello stesso Donovan, Martin Scorsese inserisce "Atlantis" nel commento musicale di Quei bravi ragazzi. La scena vede Tommy (Joe Pesci), Jimmy (Robert De Niro) e, più indirettamente, Henry (Ray Liotta) che pestano violentemente Billy Batts (Frank Vincent), dopo che questi ha offeso in pubblico Tommy dandogli del “lustrascarpe”, nel frattempo da un juke-boxe arrivano le note della canzone. La ricchissima colonna sonora del capolavoro di Scorsese conta non poche hit come l'indimenticabile Layla di Eric Clapton.
Sesto grado
Molti anni prima di partecipare al sequel di Blues Brothers insieme a dozzine di altri artisti, Eric Clapton è chiamato dall'amico Pete Townshend a impersonare un predicatore nella scena di Tommy in cui il protagonista, cieco e sordomuto, è condotto dalla madre presso una confraternita fedele al culto di Marilyn: è sufficiente che i malati accarezzino una statua della diva perché guariscano. A produrre il film (noto tra l'altro per aver introdotto il sistema stereo Dolby) è Robert Stigwood, più famoso come produttore musicale (anche di Eric Clapton) ma già attivo anche nel cinema come coproduttore di Jesus Christ Superstar. È anche grazie a Stigwood che il cinema della seconda metà degli anni Settanta lancerà, con La febbre del sabato sera, il fenomeno della disco music, permettendo ai Bee Gees di ritrovare una nuova stagione di gloria e facendo del giovane John Travolta un'icona dell'immaginario collettivo.