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Bergamo Film Meeting: Miloš Forman protagonista della retrospettiva 2017

È Miloš Forman il protagonista della retrospettiva 2017 del 35esimo Bergamo Film Meeting.

Così è stato annunciato ieri – 1 dicembre – alla conferenza stampa di presentazione del festival. A partire dall'11 marzo 2017, fino al 19 dello stesso mese, l'annuale evento bergamasco metterà in scena più di 150 film, tra lunghi, medi e corti. Non mancheranno, per l'occasione, ospiti internazionali, incontri con gli autori, eventi speciali e anteprime. Saranno presenti inoltre un percorso di visione dedicato alle scuole e agli spettatori più giovani, con la sezione Kino Club, che offrirà una ricca proposta formativa volta a far confrontare i bambini e ragazzi con il cinema d’autore; e vari momenti di avvicinamento tra le arti, come l'incontro con Franco Vaccari, la collaborazione con il Bergamo Jazz Festival, e la consueta rassegna “Daily Strip: il festival a fumetti”.

Ma l'attenzione e l'attesa sono tutte rivolte alla retrospettiva in omaggio al grande cineasta ceco, vincitore di 5 premi Oscar e 2 Golden Globe con Qualcuno volò sul nido del cuculo; di 8 Oscar con Amadeus; di un Golden Globe con Larry Flynt – Oltre lo scandalo; del Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes per Taking Off; dell'Orso d'argento per la miglior regia al Festival di Berlino con Man on the Moon e infine dell'Orso d'oro alla carriera.

Forman nasce a Čáslav, una piccola città della Boemia orientale, nell’allora Cecoslovacchia, il 18 febbraio del 1932. Nel 1940, il padre è arrestato dai nazisti, mentre tracce di sangue ebraico sono rinvenute nell’albero genealogico materno. Il primo muore a Buchenwald, la seconda ad Auschwitz. Affidato a uno zio, il piccolo Miloš - come il protagonista del suo primo lungometraggio Čern Petr (L’asso di picche, 1963) - si guadagna da vivere facendo il garzone di bottega. Dopo la guerra, terminati gli studi superiori, viene ammesso al corso di sceneggiatura del FAMU, il dipartimento di cinema dell’Accademia dello Spettacolo di Praga. Dopo quel primo film del '63, che vince il Festival di Locarno, nel 1965 firma Lásky Jedné Plavovlásky (Gli amori di una bionda), una

storia di adulti e adolescenti, padri e figli, educazioni sentimentali e apprendistati alla vita. Questo secondo lungometraggio lancia il regista sulla scena internazionale, passando nei principali festival (Venezia, Londra, New York) e meritandosi una nomination all’Oscar. Del 1967 è Hori,

Ma Panenko (Al fuoco, pompieri!), una spietata analisi dei comportamenti umani, intrisa di ridicolo e grottesco, nei retroscena di una caricaturale ufficialità.

Nel 1968, poco prima dell’invasione della Cecoslovacchia, Forman si trasferisce negli Stati Uniti, dopo una sosta a Parigi per terminare con Jean-Claude Carrière la sceneggiatura di Taking Off, che verrà girato a Hollywood nel 1971. Conflitto generazionale, droga, rivolta, musica folk, denaro: sono gli ingredienti di una storia che riflette le lacerazioni della società statunitense, segnata, tra l'altro, dai tragici assassinii di Martin Luther King e Robert Kennedy. Ma il film è un insuccesso e trascina Forman in uno stato di grave depressione.

A liberarlo dalla malattia è, nel 1973, Michael Douglas che gli fa avere il libro di Ken Kesey «One Flew over the Cuckoo’s Nest», da cui il regista trae il film omonimo, con Jack Nicholson. Qualcuno volò sul nido del cuculo vince i 5 Oscar più importanti: miglior film, regia, protagonista maschile e femminile, sceneggiatura. Violenza istituzionale, moralismo, ideologia puritana contro trasgressione, follia, diversità: i temi dell’oppressione e dell'opposizione all'ordine costituito continuano a permeare la poetica dell’autore cecoslovacco. Il film è campione di incassi, Forman diventa una celebrità e nel 1977 acquisisce la cittadinanza americana.

Con un budget di partenza di dieci milioni di dollari dirige il musical Hair (1979), storia di un ragazzo che deve partire per il Vietnam, uno dei maggiori successi degli anni ‘60 a Broadway: un inno alla pace e al libero amore. Nel 1981 esce Ragtime, dal bestseller di E.L. Doctorow,

un’epopea storica dell’America degli anni ‘10. Il 1984 è l’anno di Amadeus, che racconta il tormentato rapporto di Mozart con Antonio Salieri. Il film vince 8 Oscar: miglior film, regia, attore, sceneggiatura, costumi, suono, trucco e scenografia.

Seguono Valmont (1984), tratto da «Le relazioni pericolose» di Laclos, e The People vs. Larry Flynt (Larry Flint – Oltre lo scandalo, 1996), Orso d’oro a Berlino, biografia di un magnate della stampa pornografica. Un’altra biografia è quella del comico e attore americano Andy Kaufman, uno dei più famosi interpreti dell’anti-humour, in Man on the Moon, del 1999, con uno straordinario Jim Carrey.

Dopo aver inanellato una lunga serie di successi, nel 2006, Forman, oggi in ritiro per una grave patologia all’occhio destro, realizza quello che con ogni probabilità sarà il suo ultimo film: Goya's Ghosts (L’ultimo inquisitore), con Javier Bardem e Natalie Portman, dove il grande pittore spagnolo è testimone di alcuni episodi drammatici della sua epoca.