Romanziere, giornalista, critico, fotografo e attore, Michel Mardore debutta alla regia cinematografica all'inizio degli anni Settanta, realizzando due film di non grande successo scritti, prodotti e diretti da lui stesso, dedicandosi poi, fino al 2000, al finanziamento di numerosi progetti con la sua Nadja Films.
Il salvatore, sua opera prima, riscoperta da critica e pubblico a distanza di anni, in concomitanza con l'uscita del DVD nel 2004, si inserisce nel poco frequentato filone dedicato alla Resistenza francese come una delle poche o forse unica pellicola a trattare in maniera diretta l'aiuto concreto dato alla causa partigiana da parte della popolazione.
Adattamento dell'omonimo romanzo scritto da Mardore nel 1971, a sua volta ispirato al massacro di Oradour-sur-Glane del 10 giugno 1944, il film è una parabola sul Male, sulla seduzione che esercita sull'uomo e dunque sui suoi conflitti e contraddizioni interiori che lo portano a scegliere una strada piuttosto che un'altra. Ma allo stesso tempo è anche una riflessione sulla Francia di quel tempo e sulle responsabilità legate a una scomoda pagina di Storia nazionale tutt'oggi oggetto di discussione.
L'ingenuità puerile con cui la giovane Nanette si avvicina al misterioso “Inglese”, soldato ferito e in cerca di un contatto con la rete partigiana, che nasconde in casa all'insaputa della famiglia pétainiana, innamorandosene, non è dunque che una metaforica critica a quella parte di Paese che ha preferito guardare più ai propri interessi che al bene collettivo. Non c'è infatti nei gesti della ragazza alcuna motivazione di tipo patriottico, ma anzi le sue confuse idee politiche – chiaramente retaggio di un pensiero impostale dall'alto – si dimostrano facilmente malleabili nelle mani e nelle parole dell'uomo, tanto da convincerla ad aiutarlo nella sua missione. Perciò quando viene abbandonata e si rende conto di essere stata “usata”, Nanette non può che farsi sopraffare dall'egoismo e denunciare l'amato alle autorità, non immaginando la realtà dei fatti e le tragiche conseguenze di tale scelta.
Bene e Male sono allora facce della stessa medaglia che si completano e influenzano vicendevolmente, modi opposti di vivere eventi di cui solo la coscienza individuale può condizionare l'esito. Ma la coscienza non nasce spontanea, dev'essere sempre coltivata, attraverso la fede nelle proprie convinzioni, l'impegno e l'esercizio al rispetto di sé e degli altri.
Il salvatore (Le Sauveur, Francia, 1971, 90') trasmesso il 15 novembre 2014 su Rai3