Ha la bocca sprezzante, Mrs. Robinson, sguardi espliciti e spesso beffardi, sa quello che vuole e lo chiede. Per la serie “di mamma ce n’è una sola”, la mamma di Elaine, l’agiata signora middle class californiana che seduce Benjamin, il figlio dei suoi migliori amici, e poi costringe la figlia, che si è innamorata di lui, a sposare un altro. Il laureato di Mike Nichols, dove la signora finisce per incarnare la sintesi dell’ipocrita conformismo americano: superba Anne Bancroft, che in pelliccia leopardata entra incurante nell’hotel per il primo appuntamento sessuale, e in sottoveste e reggiseno, e mentre si infila una calza in primissimo piano. E la sua faccia furiosa quando ringhia alla vista di Benjamin nella chiesa. Così si frantuma uno stereotipo materno.
Nel 1970, Roger Corman rilegge la storia di Ma’ Barker, la signora che con i suoi quattro figli, uno peggio dell’altro, mise su una banda di fuorilegge, rapinatori e omicidi nell’America della Depressione. E mette al centro della scena la sfrenata, vorace vitalità di Shelley Winters, che non si tira indietro davanti a nessuna nefandezza e la fa finita impugnando il mitra contro decine di poliziotti. Realismo crudo e isterico, in chiave matriarcal-incestuosa, per un’attrice che è stata spesso ragazza da saloon, da bar o da bordello, ogni tanto vittima e ancora una volta, nel ’77, madre affettuosa e morbosa, pronta, per salvare il figlio, a squartare e bollire le sue amiche: la formidabile Lea (aka Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio) in Gran bollito di Mauro Bolognini.
Una capo-infermiera bionda e sovrappeso, incurante dei suoi chili, spesso sfacciata in déshabillé accanto al suo maturo amante con toupet. I veri Killers della luna di miele, Martha Beck e Raymond Fernandez, furono condannati a morte per aver ucciso una donna e la sua bambina, ma erano sospettati di almeno 17 omicidi commessi tra il 1947 e il 1949. Leonard Kastle, compositore operistico americano, scrisse e diresse quest’unico film, bizzarro capolavoro in b/n che sgrana i suoi omicidi all’insegna della banalità middle-class del male. Tony Lo Bianco è un gigolo untuoso e senza scrupoli, ma la dominatrice è Shirley Stoler, carnale e brutale.