A cura di Emanuela Martini

Bad Girls - Parte 2

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1939 — Scarlett O’Hara

Da generazioni eroina insuperata e modello di indomabile tempra femminile, Miss Scarlett s’impone nel 1936 con il romanzo di Margaret Mitchell e diventa un mito con il film del ’39 di Fleming (e Cukor e Wood e Menzies…), incarnata dalla felina civetteria di Vivien Leigh, non scevra da oscure punte isteriche. Ma un solido pragmatismo la tiene lontana da tentazioni autodistruttive: egoista senza pari, plurimaritata (due li seppellisce, il terzo finalmente la lascia) e sempre per denaro, di tendenze anaffettive (a parte l’ideale inafferrabile), senza vergogna e senza scrupoli. Gordon Gekko al confronto è un dilettante. Un giorno la Warner si accorgerà che in Via col vento non c’è solo una punta di razzismo, ma anche un ritratto di signora scorrettissimo.

 

1940 — Leslie Crosbie e 1941 — Regina Giddens

È una bella gara: le due più spietate tra le tante bitch ladies interpretate da Bette Davis. Tutte autentiche, senza giustificazioni seppellite nel passato, nel bisogno o nella delusione, dalla cameriera volgare e avida di Schiavo d’amore di Cromwell, alla moglie fedifraga e assassina di Peccato di Vidor, alla malefica matriarca accentratrice di L’anniversario di Baker (oltre a svariate gemelle psicopatiche). Ma mai è stata tanto gelida, sprezzante, esplicita come nella parte di queste due mogli (di Herbert Marshall, gentiluomo predestinato a subire le angherie di Bette - ma anche i tradimenti di Marlene in Angelo) senza cuore e senza pentimento: Leslie tradisce e uccide, ma Regina trionfa insensibile in un massacro famigliare scritto, non a caso, da una signora (Lillian Hellman). 

 

1941 — Brigid O’Shaughnessy

E dire che, in veletta e stola di pelliccia, parrebbe una signora. Di più: una signora in pericolo, sola, spaventata. Coinvolta in un brutto guaio, forse, ma fragile. Per questo Sam Spade ci casca e decide di aiutarla. Probabilmente nasce con lei, con Il mistero del falco, dal romanzo di Dashiell Hammett, la dark lady del classico noir americano. E John Huston sceglie un’attrice fine ed elegante, nessun tratto che possa suggerire trappole sensuali, duplicità, inganno: Mary Astor, brava ragazza, spesso moglie, donna di classe, e solo più tardi antagonista alla pari di Bette Davis. Una lady caduta in qualche maligno gorgo del destino. In realtà la lady ha ordito gran parte del piano criminale, ha incastrato Spade e assassinato il suo socio. E tenta fino alla fine di inchiodare il detective con la sua docilità. 

 

1944 — Phyllis Dietrichson 

Una catenina alla caviglia: è il segno di inequivocabile pericolo esibito dalla donna bionda vestita di bianco che scende la scala di casa nella penombra creata dalle persiane accostate. L’agente assicurativo Neff si precipita lungo la strada senza uscita dell’omicidio e della truffa, ma è Phyllis a guidare la danza macabra della Fiamma del peccato, noir imprescindibile adattato da Wilder e Chandler da un romanzo di James Cain. Disponibilità sessuale esibita e sguardo d’acciaio temprato da decine di ragazze scostumate interpretate per Capra, Hawks e Leisen, Barbara Stanwyck dà corpo alla dark lady essenziale, forse la più immorale di tutte. Tredici anni dopo sarà Jessica Drummond che, frusta alla mano, comanda le Quaranta pistole di Samuel Fuller