I migliori film di registi che abbiano già compiuto 80 anni

Oldies but Goldies (parte prima)

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Il vero problema è l'assicurazione. Nessuno negherebbe mai a Eastwood i soldi per il suo prossimo film. Il fatto è che in quei soldi devono starci anche i costi assicurativi che non sono irrilevanti. Il rischio è non solo che un regista “gnicchi” o si becchi un coccolone, but what if he goes gaga? Cioè, che succede se quello rimbecillisce e non è più in grado di portare a casa il film? Una soluzione pratica è affiancare al regista una seconda figura che metta il cuore in pace ai finanziatori. Questo è successo palesemente con Antonioni/Wenders per Al di là delle nuvole e in maniera non dichiarata con Paul Thomas Anderson sul set di Radio America di Altman.

Nonostante questo la lista di registi ancora attivi a 80 anni è sorprendentemente lunga. A una prima verifica ne ho trovati più di trenta per un totale di oltre cento film. E questo cercando solo tra i registi maggiori. (Va bene, ho controllato anche Willy “One Shot” Beaudine: è morto a 78.)

Il risultato è che la cosa m'ha preso la mano e quindi ci sarà una seconda puntata. Impossibile selezionare solo 10 film. Scegliere uno tra Resnais e Bresson o uno tra Huston e Polanski sarebbe stata una cosa al di sopra delle mie forze.

I film sono in ordine sparso. In ogni caso cominciamo dal più vecchio.

 

1) Manoel de Oliveira (11 dicembre 1908) – Gebo e l'ombra (2012). L'unico regista al mondo ad aver visto il muto e poi il sonoro, il colore, la televisione, il cinemascope, il videotape e il digitale. Questo è l'ultimo dei 22 film che ha girato dopo aver compiuto 80 anni. All'epoca dei fatti, riportano le cronache, ne aveva già 104.

2) Roman Polanski (16 agosto 1933) – L'ufficiale e la spia (2019). La storia (vera) di un tizio accusato ingiustamente e mandato in esilio. Ça vous chante? Ricercato dalla polizia statunitense, vituperato dalle femministe francesi, Polanski continua imperterrito a fare del grande cinema.

3) Joris Ivens (18 novembre 1898) – Io e il vento (1989). L'olandese Ivens è una pietra miliare della storia del cinema (documentario e non). Questo film lo gira assieme alla moglie Jacqueline Loridans perché c'è sempre bisogno d'aiuto. Senza contare che se a 91 anni dici che vuoi andare a girare in Cina per cercare di catturare il vento, rischi anche d'esser preso per pazzo.

4) Francis Ford Coppola (7 aprile 1939) – Megalopolis (2024). Coppola si è rovinato economicamente pur di entrare in questa lista. Erano 40 anni che ci pensava (al film e a questa lista), a dimostrazione del fatto che Francis ha sempre avuto l'occhio lungo. Per usare un eufemismo, il film ha ricevuto mixed reviews. Una cosa però è indubitabile: la sua megalomania, fin dai tempi di Apocalypse Now, è rimasta intatta.

5) Robert Bresson (25 novembre 1901) – L'argent (1983). Per Bresson si parla sempre di sobrietà, essenzialità, rigore, ma volete mettere la cattiveria? Non c'è speranza in questo film. I buoni si trasformano in assassini, gli ignavi diventano complici e i cattivi rimangono tali. E al centro di tutto, come collante, quello che Marx definiva “l'equivalente generale delle merci”.

6) Clint Eastwood (31 maggio 1930) – Il corriere – The Mule (2018). È la storia di Earl Stone, veterano di guerra e disertore in famiglia, razzista e politicamente scorretto, floricultore fallito e da circa una decina d'anni corriere della droga per il cartello di Sinaloa. Nel frattempo Eastwood ha girato altri tre film e di anni ne ha compiuti 94 (and counting).

7) Alain Resnais (2 giugno 1922) – Aimer, boire et chanter (2014). Resnais non voleva morire. Ancora in ospedale stava lavorando alla sceneggiatura del suo film successivo. Dunque Amare, Bere e Cantare non è il suo canto del cigno. Piuttosto è l'ABC del suo cinema. Della sua ossessione per il tempo. E George Riley di tempo ne ha poco. Sei mesi di vita, hanno detto i medici. Torna in mente John Gielgud in Providence quando, agitando una bottiglia vuota di Chablis, dice tra sé e sé: “Questo è il primo morto della giornata. Chissà quale sarà il prossimo”.

8) Marco Bellocchio (9 novembre 1939) – Esterno notte (2022). Dai primi passi del compromesso storico ai due funerali (di stato e non). In mezzo c'è di tutto: visionari e sensitivi, gruppi teatrali che mettono in scena il sequestro Moro e vengono scambiati per brigatisti, politici scaltri e politici impauriti, familiari imbelviti. Vent'anni dopo Buongiorno, notte Bellocchio torna su uno dei periodi bui della recente storia italiana.

9) Agnès Varda (30 maggio 1928) – Visages, villages (2018). All'epoca del suo esordio cinematografico Agnès Varda aveva 34 anni. Più o meno l'età che ha l'artista francese JR quando firma assieme a lei questo film. Varda intanto ha raggiunto i 90, ma non c'è gara: è più giovane lei. È un viaggio per mezza Francia con destinazione Le Havre lungo il quale ciò che vediamo è (you guessed it) visi e villaggi.

10) Chuck Jones (21 settembre 1912) – From Hare to Eternity (1997). Alla bella età di 85 anni Jones realizza il suo ultimo corto. Yosemite Sam va su un'isola deserta e trova una cassa del tesoro su cui è seduto Bugs Bunny. Il viaggio di ritorno è piuttosto accidentato. Spoiler: alla fine si scopre che non c'è tesoro: la cassa è piena di carote.

P. S. Kevin O'Neill ha circa 45 anni quando gira Supergator (2007), la stessa età di Declan O'Brien quando passa in tv il suo Sharktopus (2010). Antony Szeto ne ha 51 all'epoca di Fist of the Dragon (2015), mentre a G. J. Echternkamp manca ancora qualcosa per i 40 al momento dell'uscita in video di Death Race 2050 (2017). Il che vuol dire che nessuno di questi film ha titoli per comparire in questa lista. Ma sono stati tutti prodotti da Roger Corman (5 aprile 1926). Quindi è come se.