Presentato in anteprima su HBO e distribuito in DVD come parte integrante del monumentale The River Collection, cofanetto celebrativo per i 35 anni dall'uscita del noto disco di Bruce Springsteen, The Ties That Bind viene a concludere una trilogia documentaria dedicata ai tre album che hanno consacrato il rocker di Freehold a star internazionale nel panorama musicale contemporaneo.
Diretto dal fidato Thom Zimny (autore già di Whings For Wheels: The Making of Born to Run e The Promise: The Making of Darkness of The Edge of Town), il film riprende l'impianto narrativo dei due precedenti pur se con uno scarto evidente. Pensato come una sorta di lunga intervista rivolta a Springsteen – che alterna ricostruzione storica, aneddoti, analisi ed esecuzione in acustico di alcuni brani portanti del disco – il mediometraggio si concentra più che sulla genealogia dell'opera, sul legame intimo tra essa e l'autore. È il musicista stesso a esprimerne il valore intrinseco: “Ero arrivato a un punto in cui la mia vita era diventata una storia. Ma quando arrivi a 30 anni inizi a operare nel mondo degli adulti, ti confronti con temi importanti come l’amore, la morte, il tempo limitato che tutti abbiamo a disposizione. Ho sentito l’esigenza di trasformare tutte queste idee in cose pratiche”.
La definitiva presa di coscienza di sé e del proprio status, del passaggio da ragazzo a uomo, si esprime per il cantautore non solo nel raggiungimento di una maturità espressiva, bensì di un'apertura verso l'esterno, verso ciò e chi lo circonda e come lui condivide il suo tempo, i sogni o almeno le aspirazioni. Le canzoni si aprono cioè a un altro contesto costituito non più solo “dalle inclinazioni più oscure” dell'autore, che abbandona qui la visione strettamente introspettiva e personale dei dischi precedenti in funzione di narrazioni universali che danno al pubblico la possibilità di identificarvisi più facilmente, favorendo in tal modo una riflessione su se stessi. “Volevo lasciare gli ascoltatori da soli con i loro pensieri”: è con questa dichiarazione che Springsteen sintetizza l'intento alla base di The River, espressione di una presa di posizione netta e precisa. È con questo disco infatti che il vagabondo nato per correre assume una propria coscienza civile, divenendo cantore della classe operaia da cui proviene, non osannandola con toni da intellettuale schierato, ma raccontandone da dentro, in prima persona, desideri, illusioni, successi e fallimenti, paradossi esistenziali individuali e collettivi espressi in versi.
Un documentario importante per penetrare un disco essenziale, a un ascolto distratto leggero e scanzonato, ma in realtà profondo e ricco di sfumature e dettagli significativi, come la vita, che Springsteen forse più di altri ha saputo raccontare, con i suoi limiti e precarietà.
The Ties That Bind (USA, 2015, 56') DVD distribuito da Columbia Records dal 4 dicembre 2015.