In occasione del Giorno della Memoria, siamo andati in archivio per redarre un e-book interamente dedicato al cinema che ha raccontato l'Olocausto. Il volume raccoglie una selezione di scritti pubblicati da Cineforum sui molti fondamentali film che hanno trattato, raccontato, esplorato in modi diversi la questione della Shoah. Acquista l'e-book Il Cinema della Shoah a 4,90 euro cliccando qui.
Molti dei film recensiti sono proposti in questi giorni dai vari canali televisivi e dalle piattaforme. Riportiamo qui alcuni dei titoli più noti che potranno essere rivisti e che ricordiamo attraverso stralci degli scritti che potete trovare per intero nell'e-book.
La vita è bella di Roberto Benigni è visibile su Disney + e lunedì 25 su Cine 34 alle 21.00.
"Semmai ce ne fosse bisogno, La vita è bella dimostra che il comico può essere una cosa terribilmente seria, capace di mettere alla berlina le distorsioni, gli errori, la stupidità dell’uomo e di mostrarci, come in uno specchio deformante, quanto siamo ridicoli e sbagliati, fingendo che quell’immagine non ci appartenga. Il comico è il pensiero polimorfo – come direbbe Freud, pensando al “bambino” - attraverso il quale si attua la presa di coscienza di un altro che siamo molto semplicemente noi. All’olocausto di Benigni gli schermi comici di Natale affiancano i resti della solitudine di Mr. Bean e la stupidità fatta regime di Joe Dante: è questa la materia di cui son fatti gli uomini, questi gli ingredienti che passa il convento della storia. E sono questi gli ingredienti di cui il comico oggi si nutre." Giorgio Cremonini su Cineforum n. 370, dicembre 1997
Schindler’s List di Steven Spielberg è visibile su Sky Cinema collection martedì 26 alle 21.15.
"Ecco dove Spielberg riesce a trascendere l'entertainment, ecco dove Schindler’s List, a differenza da tutto il reso dell’opera del suo autore, riesce a non essere un film, o per meglio dire, ad andare oltre il suo “essere un film”. Comunque sia quel che importa è come lo fa. Spielberg, parlando del film, ha detto che fino a quando non ha girato Schindler’s List non conosceva i miracoli, ma soltanto gli effetti speciali. È un’affermazione bella, onesta, che però potrà essere valutata nella sua verità e nella sua buona fede soltanto con le sue prossime cose. Solo allora vedremo se Schindler’s List è un buon film sull’Olocausto che ha ottenuto un grande successo di cassetta grazie all’abilità promozionale del suo autore, o se invece è una pellicola che senza segnare alcun giro di boa ha però contribuito alla maturazione umana ed artistica di un regista nato con la magica abilità di farci sognare. Solo allora potremo compiere la necessaria verifica sui sogni che il suo autore continuerà a indurre in noi, distinguendovi, se del caso, quanto l’esperienza di Schindler's List gli ha consentito di diventare più umano cosicché tutte le favole che ci racconterà in seguito possano rendere noi un po’ più coscienti della nostra umanità di quanto abbiano fatto quelle che Spielberg ci ha narrato in precedenza. E quel giorno potremo ricordare con un sorriso di sollievo – quasi si trattasse di uno scampato pericolo – che il titolo originale del libro di Thomas Keneally da cui è stato tratto il film era Schindler’s Ark, l’arca di Schindler." Franco La Polla su Cineforum n. 333, aprile 1994
Il pianista di Roman Polanski è visibile su Canale 5 mercoledì 27 alle 23:35.
"A quasi sessant’anni dalla sua fuga dal ghetto di Varsavia (sbattuto fuori attraverso un buco tranciato nella rete metallica dal padre, la stessa mattina in cui i nazisti deportarono gli ultimi ebrei), Roman Polanski fa finalmente il suo film sull’Olocausto, un film solo all’apparenza tradizionale, solo all’apparenza sottomesso alle regole accattivanti di uno spettacolo internazionale. In realtà, Il pianista è quanto di più distante si possa immaginare dal presunto buon gusto, dal compiacimento, dalla patina soffocante e lustra che omogenizza tante coproduzioni europee, soprattutto se in costume. La premessa è indispensabile, non perché Polanski abbia bisogno di alcuna “giustificazione”, ma perché si sono sentite, fin da quando il film fu presentato in concorso a Cannes, troppe voci titubanti o apertamente ostili che l’hanno sommariamente omologato alle tante operazioni di maniera che ci hanno appiattito il palato e l’immaginario, al punto che non riusciamo più a distinguere la sterile eleganza dal puntiglio di una ricostruzione storica, non riusciamo nemmeno più a percepire una regia personale, accorata, lucidissima, quando la vediamo al lavoro per due ore e mezzo." Emanuela Martini su Cineforum n. 421, gennaio 2003
Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman è visibile lunedì 25 su SkyCinema collection alle 23.10 e mercoledì 27 su Paramount Channel alle 21.10.
"Bambini e lager. Faenza vinse la scommessa proibitiva di trascrivere, in Jona che visse nella balena, l’autobiografia irripetibile di Jona Oberski, Anni d’infanzia. Benigni impose poi l’arduo e discusso, ma sostanzialmente superato, azzardo di La vita è bella. Se a qualcuno parve ricattatorio persino il geniale cappottino rosso di Schlindler’s List, eleggere addirittura il raffronto tra le due infanzie del sommerso e del salvato, fino a postulare tra loro una fatale amicizia, poteva apparire un colpo sotto la cintura. Invece, poco dopo il successo mondiale del romanzo, l’inglese “disneyzzato” (fin dai tempi di Tutta colpa del fattorino, 1992) Herman si è avventurato proprio su di un terreno, solo in superficie analogo a quelli. In un’operazione non meno rischiosa, anzi: ma radicalmente diversa. «Una favola» è il sottotitolo del breve testo. Tragica, ma favola pur sempre: intelligentemente e crudamente nerissima." Nuccio Lodato su Cineforum n. 481, gennaio-febbario 2009
Questa la lista completa dei film analizzati nell'e-book.
Paesaggio dopo la battaglia di Andrzej Wajda (1970), recensione di Adriano Piccardi
Shoah di Claude Lanzmann (1985), recensioni di Gualtiero De Santi e Giorgio Cremonini
Arrivederci ragazzi di Louis Malle (1987), recensione di Ermanno Comuzio
Jona che visse nella balena di Roberto Faenza (1993), recensione di Umberto Mosca
Schindler’s List di Steven Spielberg (1993), recensioni di Franco La Polla e Emanuela Martini
La vita è bella di Roberto Benigni (1997), recensioni di Morando Morandini, Giorgio Cremonini e Federico Chiacchiari
Train de vie di Radu Mihăileanu (1998), recensione di Fabrizio Tassi
Sobibor di Claude Lanzmann (2001), recensione di Michele Fadda
Il pianista di Roman Polanski (2002), recensioni di Emanuela Martini e Francesco Cattaeno
Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman (2008), recensione di Nuccio Lodato
Le dernier des injustes di Claude Lanzmann (2013), recensioni di Pietro Bianchi e Bruno Fornara
Il figlio di Saul di László Nemes (2015), recensioni di Anton Giulio Mancino, Roberto Chiesi, Matteo Marelli e Lorenzo Rossi
Austerlitz di Sergei Loznitsa (2016), recensioni di Alberto Morsiani, Luca Malavasi e Lorenzo Rossi