Fantascienza politica invece, dal racconto di Philip Dick, ambientato nel 2054, dove non esisteranno più delitti, bloccati in anticipo dalla Precrimine sulla base delle premonizioni dei Precog, tre persone con poteri extrasensoriali, tenute in stato di trance permanente, nell’acqua. Non poteva non essere, in parte, un action movie (tenuto a un ritmo serratissimo) con un protagonista come Tom Cruise, in una affannosa rincorsa nel tentativo di risolvere il proprio presunto futuro delitto. L’ha visto con i suoi occhi, il detective che sa leggere le visioni dei Precog, nelle scene più affascinanti: il cinema prodotto dal cervello letteralmente sfogliato su uno schermo. Bella, ma non innovativa, la concezione della città futura; solo la fuga lontano dalla civiltà, in campagna, può dare pace agli occhi e alla mente.
Frank Abagnale jr., oggi consulente finanziario antitruffa anche dell’Fbi, è stato negli anni 60 un mirabolante truffatore e falsario, fingendosi insegnante, medico, avvocato e soprattutto pilota della Pan Am. Tratta dalla sua autobiografia, la commedia di Spielberg segue le sue imprese da quando, sedicenne, scappa di casa dopo il divorzio dei genitori fino alla cattura, nel 1967, e alla successiva scarcerazione grazie all’intervento dell’agente Fbi che gli ha dato la caccia. Un gran film, sulla ricerca dell’identità e gli inganni dell’apparenza, sui tradimenti materni e le delusioni paterne, sulla leggerezza e la malinconia della fuga. I ritmi e gli inganni della commedia sono perfetti, come i due protagonisti, in un anomalo rapporto padre-figlio: l’eterno ragazzo Leonardo DiCaprio e il suo inseguitore, l’invisibile, grigio agente Tom Hanks, sempre più incuriosito e stimolato.
Ancora ispirazione da una storia vera: quella del rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri, vissuto nel terminal 1 dell’aeroporto Charles De Gaulle dal 1988 al 2006. Viktor Navorski arriva invece a New York dall’immaginaria Krakozhia dove, durante il volo, è scoppiato un colpo di stato. Il suo passaporto non vale più, non può né entrare negli Stati Uniti né ripartire. Il solito, strabiliante Tom Hanks si aggira nel terminal, prima sperduto in un mondo ignoto, poi sempre più “a casa”, conosce gli addetti e le hostess, impara l’inglese e i trucchi per procurarsi il cibo, si sistema un alloggio improvvisato, fa amicizie, intesse un flirt. Dall’alto della sua postazione, lo controlla l’iroso capo della sicurezza Stanley Tucci. Film sulle assurdità dei circoli viziosi burocratici, nel quale piano piano prende colore, corpo e spessore il più classico e anonimo dei non-luoghi, con le sue vite invisibili, fino a diventare la sintesi claustrofobica del mondo esterno. Con Prova a prendermi, compone il dittico sull’America di inizio 2000.