Lasciamo un momento da parte il sangue e i proiettili. Preoccupiamoci degli ottani.
Lo ribadiamo ancora una volta: Kowalski si è già infranto a tutta velocità con la sua Dodge Challenger contro una muraglia di ruspe poco fuori San Francisco; Billy e Wyatt si sono beccati una sventagliata di piombo da un redneck ulceroso dalla pronuncia blesa; e anche Thelma e Louise, dopo il volo d'angelo nel burrone, non se la passano così bene.
Libertà e ribellismo, bei termini. Almeno quanto lo erano assemblea e collettivo nel lessico dell'estrema sinistra italiana. E passati altrettanto di moda. Come anche il concetto di estrema sinistra (e anche di sinistra, volendo). Ma questa è un'altra storia, sempre sulle ali della nostalgia.
Che significato avrebbero oggi il metafisico sacrificio di Kowalski o l'allegorica dipartita dell'accoppiata di capelloni di Easy Rider? Probabilmente nessuno che andasse al di là dell'omaggio al tempo che fu. Road Movie fedelissimo specchio dei tempi. Ora, nel tempo della proliferazione di tutti i post possibili, anche il film on the road fornisce la sua versione modernizzata, alla luce delle nuove tecnologie di riprovisione e seguendo l'istinto megalomane di epicizzare se stessi. In ogni modo. Il Post-Road Movie non ha bisogno di un sistema produttivo indifferente da anni, ma germina in piena autonomia.
La notizia è di fine agosto: Christopher Adam Tang, trentenne, ha compiuto il giro dell'intera isola di Manhattan (oltre 42 chilometri) in soli 24 minuti, postando poi l'impresa su youtube a nome di un'ipotetica casa di produzione battezzata con il suo pseudonimo (Afroduck). La polizia non ha collocato ruspe sul suo folle tragitto, molto più semplicemente ha visto il filmato, svolto alcune indagini e lo ha arrestato, sequestrandogli la Bmw di cui si era servito.
24 minuti accelerati quattro volte per intensificare il brivido dello spettatore, un unico piano sequenza con videocamera posta sul cruscotto, repentini cambi di corsia inghiottendo le strisce di mezzeria e superando di slancio le luci degli stop delle altre auto ignare dell'impresa in corso. Sullo sfondo l'inconfondibile skyline notturno newyorchese. Vedendo le foto dell'arresto, dubito lombrosianamente che Afroduck si sia ispirato al vorticoso C'était un rendez-vous del Lelouch 70s, più probabile che tra i suoi spiriti guida ci siano i vari Fast and Furious e, peggio ancora, Gran Turismo e Driver, in un cortocircuito reale/virtuale. E credo che Lelouch fosse estraneo anche a Francesco Speroni, europarlamentare leghista, e alla sua scorribanda a 316 km/h su un'autobahn tedesca di un paio di anni fa, rivendicata in un eccesso di celodurismo durante una celebre trasmissione radiofonica e postata anch'essa orgogliosamente su youtube concentrandosi esclusivamente sul tachimetro impazzito.
Libertà e ribellismo trasformati in caos e smania (patologica?) di protagonismo. Spesso fanno anche rima, ma è solo un effetto di lessico. Quanto è lontana l'elegia malinconica di un tempo (sospiri).