Un tempo sarebbe finita in gloria. Il villain estrae, l'eroe si mostra più veloce e spara, il fuorilegge cade a terra stecchito. Il classico duello. L'inquadratura si allarga, la gente si affaccia sulla strada, l'ordine minacciato è ristabilito, l'eroe viene celebrato dalla comunità. Che poi si allontani dal paese con la donna amata o cavalchi verso lo sconfinato orizzonte in solitudine, dipendeva dalle sue disposizioni personali.
Ora no. L'eroe estrae, uccide il malvagio che ne aveva minacciato l'incolumità, ma non ottiene la gloria. Tutt'altro. È ciò che succede nel pilota di Justified, serie scritta da Graham Yost e ispirata al personaggio di Raylan Givens, U.S. Marshal protagonista dei romanzi Pronto (1993), A caro prezzo (1995) e del racconto Fuoco in buca (2001) di Elmore Leonard.
Raylan Givens, cappellaccio da cowboy (uno Stetson beige chiaro) e stivali, atteggiamento cavalleresco e modi alquanto spicci, tra le palme e le dune, i bikini siliconati, gli esili tanga e le fuoriserie scappottate di Miami Beach è un po' come Mario Merola con camicia a quadri che canta "Zappatore" in mezzo alla comitiva d'uommene scicche e femmene pittate.
Certo, Raylan è stato al college, ha il sorriso sornione di Timothy Olyphant, ma è depositario di un codice leggermente demodé: si siede allo stesso tavolo del perfido Tommy Bucks (che in Pronto era un picciotto mafioso dall'enorme naso al soldo di un boss obeso), gli intima di lasciare la città entro 24 ore e, allo scadere del countdown, attende che il malvivente estragga l'arma per freddarlo. Davanti a tutti. Ma non in una Main Street. Sulla terrace dell'Hotel Delano. Tra i bikini siliconati e gli esili tanga.
Un duello perfetto, non c'è che dire. Solo che non funziona più così. Nessuna celebrazione, ma la comparizione davanti a un gran giurì federale. Che lo guarda attonito, quando Raylan si giustifica dicendo che Bucks aveva estratto prima. Lo guardano come se fosse fuori dal mondo. Perché Raylan, con il suo cappello, la sua facilità nel tiro e il suo codice cavalleresco, è ormai fuori dal mondo. E lo trasferiscono, fuori dal mondo. Contea di Harlan, Kentucky, zona mineraria resa celebre da Barbara Kopple, zona d'origine di Raylan. Pick-up al posto delle decapottabili, camicie di flanella e cappelli da baseball che sostituiscono i bikini e i non più esili tanga. Briganti di mezza tacca al posto dei grandi trafficanti e un lezzo d'insopprimibile squallore quotidiano. Un confino in un non-luogo che è soprattutto un ritorno indietro nella memoria e una cancellazione dal mondo-che-conta. Un tempo il duello era la conseguenza di un equilibrio distorto, ora è la causa di ciò che non può più essere riequilibrato.
Il pretesto per un saluto al grande Elmore Leonard. Che ha iniziato scrivendo romanzi western per poi virare con successo sul noir. Forse per evitare di essere un Clair Huffaker qualunque.