Il tribunale di Civitavecchia con rito abbreviato infligge una condanna a 3 anni e 6 mesi a Laura Antonelli, sorpresa il 27 aprile con 36 grammi di cocaina. Trascorrerà qualche giorno nel carcere di Rebibbia, poi le vengono concessi i domiciliari..
Il 16 marzo 2000: a distanza di quasi 9 anni, la Corte d'Appello di Roma la assolve «perché il fatto non costituisce reato», per l'inesistenza del reato di spaccio e perché la droga (valore 9 milioni dell'epoca) è stata acquistata per uso personale. Gli stessi giornali, che avevano dato grande rilievo ai primi fatti, pubblicando – accanto alle splendide immagini erotiche dei suoi successi cinematografici (da quelle gloriose di Malizia, 1973, di Salvatore Samperi, a quelle imbarazzanti di Malizia 2mila, 1991, dello stesso) – foto che violavano crudelmente la privacy di una diva ormai decaduta, ignorano l'attuale notizia o la confinano in un colonnino di cronaca.
I suoi guai non finiscono qui. Nel corso della lavorazione di Malizia 2mila Laura viene sottoposta alle cure di un chirurgo estetico, il quale le pratica delle iniezioni di collagene al viso, ma il risultato è quello di deturparne i lineamenti. Tale episodio, come racconta Wikipedia, è in seguito al centro di un processo civile, che vede contrapposta l'attrice al produttore Silvio Clementelli e al regista del film, Samperi, rei di averla costretta a sottoporsi al trattamento antirughe, nonché al chirurgo plastico. Ai tre viene chiesto un risarcimento di trenta miliardi di lire. Dopo tredici anni di attesa, il Tribunale di Roma respinge la richiesta e sentenzia che le alterazioni dermatologiche patite dalla Antonelli non vanno ascritte alle sostanze iniettatele, bensì a una reazione allergica, e i tre vengono scagionati.
Nel frattempo, unitamente all'insuccesso del film, le vicende giudiziarie protratte nel tempo fanno scivolare l'attrice, che ormai ha abbandonato il mondo dello spettacolo, in un profondo disagio psichico, che ne determina il ricovero presso un centro d’igiene mentale in più di un'occasione. I suoi legali citano in giudizio il Ministero di Grazia e Giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento. Nuova penosa trafila che si conclude solo nel 2006, dopo un ricorso a Strasburgo, con la somma di 108 000 euro, più gli interessi, per i danni di salute e di immagine patiti a seguito dei nove anni di odissea giudiziaria.
A Laura non va bene nemmeno quando nel 2010 Lino Banfi lancia un appello al presidente Berlusconi e al ministro Bondi auspicando per l'amica in gravi difficoltà economiche l'applicazione della legge Bacchelli, ma la pratica non risulterà nemmeno avviata.
Una storia italiana...