Quell’anno, il 12 febbraio, è morto in una bella villa di Beverley Hills Jean Renoir e il mondo lo piange. Ma in questo giorno ben pochi piangono, a La Celle Saint-Cloud, nell’Île-de-France, una quasi ottantenne, sola e in miseria, tale Andrée Madeleine Heuchling. Molti non sanno nemmeno che, come Dedée, è stata l’ultima modella preferita di un grande pittore, Pierre-Auguste, che la eterna, tra 1918 e 1919, nel suo testamento artistico, Le bagnanti, e che, come Catherine Hessling, è stata la musa – inducendolo al cinema – del figlio di costui, appunto il succitato regista, che la avrà anche in moglie dal 1920 sino al divorzio nel 1930.
In quel magico decennio lei è la protagonista del corto Catherine (1924), prodotto da Jean, che la dirige in La fille de l'eau (1924), Nana (1926), Charleston (1927), Tire au flanc (1928) e soprattutto in La petite marchande d'allumettes (1928), rendendocela altrettanto indimenticabile, e lui in seguito non potrà fare altro che confessare: «se hanno un valore, ciò è dovuto solo all'interpretazione di Catherine, un'attrice fantastica, persino troppo fantastica per essere accettata dai timidi commercianti francesi», ma è un pentimento tardivo. Non meno memorabili sono le sue interpretazioni per Alberto Cavalcanti: En rade (1927), Yvette (1928), La p'tite Lili (1928) e Le petit chaperon rouge (1929), che è il suo primo film sonoro, nonché per il Pierre Chenal di Crime et châtiment (1935), nel quale esprime una grande sensibilità.
Poi il silenzio. Resta il ricordo di una bellezza estremamente fotogenica, di un corpo formoso ma flessuoso, di uno sguardo magnetico e sensuale, di una mima-danzatrice che appartiene al muto ma si proietta verso ben più complesse estetiche.