Pordenone e 32^ Giornate del Muto («con amor de loinh») [V].
Scrivo per la data che sarà, eccezionalmente, quella reale, per doveroso tributo alla memoria del vecchio Orson, nel pomeriggio uggioso di domenica 6. Ciro Giorgini ha appena postato su Facebook di essere in partenza per Pordenone, alla volta della proiezione del Welles ritrovato. Ci scambiamo qualche battuta al riguardo. A questo punto dà proprio molto fastidio non esserci potuto andare. Me la cavo, per evitare il magone, e rinviando all'analisi al solito coinvolta e competentissima di Paolo Cherchi Usai in “Segnocinema” 183, con un'anticipazione, una tantum, della “Luna” cartacea inoltrata da contedeluna (che poi è... a posteriori, poiché entrambe le citazioni provengono dai quotidiani del 7 agosto u.s.) al vecchio caro “Cineforum” non-on-line:
«Finora si sapeva che l'unica copia di Too Much Johnson era andata bruciata nel 1970 nell'incendio della villa del regista a Madrid. E fu lo stesso Welles a dire: “Era un bel film. Avevamo creato una copia da sogno a New York. L'ho guardato quattro anni fa e la stampa era in ottime condizioni. Sapete, non l'avevo mai montato. Pensavo di metterlo insieme per darlo a Joe Cotten come regalo di Natale qualche anno fa, ma non l'ho fatto» (Gianni Rondolino, “La Stampa”).
«Come sia stato possibile che un film perduto di Orson Welles sia finito a Pordenone, nascosto nel magazzino di uno spedizioniere, resta un mistero a cui difficilmente si potrà dare una soluzione. Ma il “film perduto” è stato ritrovato e restaurato e sarà proiettato alla prossima edizione delle Giornate del cinema muto. Perché - dimenticavamo di dirlo - anche il film salvato è muto, nonostante sia stato fatto nel 1938, quando Hollywood aveva imparato da tempo a parlare. Chi non aveva voluto il sonoro era stato lo stesso Welles» (Paolo Mereghetti, “Corriere della Sera”).